Le zuppe top della tradizione italiana

Cosa c’è di meglio di una zuppa per ritrovare calore e conforto nelle gelide sere invernali? Fumanti, profumate, a base di ingredienti poveri, come verdure e legumi, o ricche e sostanziose, sono la pietanza ideale per affrontare il freddo e riportare in auge le antiche, genuine tradizioni della cucina italiana. Scopriamo insieme alcune delle zuppe e minestre più famose della nostra storia culinaria:

1 Trippa in brodo – Veneto

Piatto tipico della tradizione contadina veneta, è una zuppa sostanziosa e proteica, preparata solitamente con trippa di vitello o manzo, con aggiunta di olio o lardo, a seconda delle usanze del territorio. La ricetta della zuppa di trippe alla veneta si differenzia da quella alla parmigiana perché non prevede l’utilizzo del pomodoro, ma di pancetta a fine cottura.

2 Ribollita – Toscana

Zuppa simbolo della tradizione toscana, diffuso in particolare nei territori di Firenze, Arezzo e della Piana di Pisa, è un piatto nutriente e particolarmente indicato per scaldarsi nelle giornate molto fredde. Di origini povere e contadine, la ribollita deriva dalla zuppa di pane e verdure preparata in passato dalle famiglie meno abbienti, ma se ne differenzia perché, una volta cucinata, va per l’appunto “ribollita” almeno due volte. Gli ingredienti fondamentali di questa zuppa sono il cavolo nero, i fagioli e il tipico pane senza sale.

3 Zuppa di cicerchie – Marche

Si tratta di uno dei piatti classici della cucina marchigiana. La cicerchia (Lathyrus sativus), infatti, è la leguminosa simbolo di questo territorio e della sua tradizione culinaria. Dalla forma simile a quella di un sassolino, presenta un colore che può variare dal marrone al grigio ed è ricoperta da una buccia poco spessa. Nelle Marche, la zuppa di cicerchie prevede l’utilizzo di lardo o pancetta.

4 Zuppa gallurese – Sardegna

Piatto principe di Gallura, regione nord-orentale della Sardegna, e della gastronomia di buona parte dell’isola, è detta anche ‘suppa cuata’. La zuppa gallurese è considerata il primo per antonomasia dei pranzi nuziali noti con il termine di “li coi”, per i quali in passato venivano convocate cuoche famose. Si prepara con strati di pane raffermo bagnati con brodo di carne vaccina (spesso insaporito con della carne di pecora) alternati con formaggio fresco vaccino (casgiu spiattatu) e del pecorino stagionato. C’è chi ama insaporire la zuppa gallurese con vari odori, come menta e finocchio selvatico.

5 Minestra maritata – Campania

La minestra maritata è uno dei piatti napoletani più antichi, probabilmente importato dagli spagnoli nel 1300. Si tratta di una zuppa molto saporita e ricca, preparata soprattutto durante le festività natalizie e pasquali, ideale per combattere il freddo invernale. La dicitura maritata indica il matrimonio perfetto tra carne (in questo caso, di maiale), verdura e spezie. Con il passare degli anni, la ricetta è leggermente cambiata, ma tra gli ingredienti fondamentali restano il cavolo nero, la cicoria e la scarola, da “maritare” con cotiche, piedino, puntine e salsiccia.

6 Zuppa di fave e cicoria – Puglia

Piatto povero della tradizione pugliese, si mangiava anticamente il lunedì, poiché durante la domenica le famiglie andavano in campagna a raccogliere le ‘cicuredde’ selvatiche. Si tratta di una zuppa di facile preparazione, la cui particolarità consiste nell’abbinamento vincente del gusto dolce delle fave con il sapore amarognolo della cicoria.

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