Segregata in bagno in condizioni igienico sanitarie precarie. Una storia raccapricciante, che arriva da Lecce. Continuava ad agitare le braccia di fronte alla finestra, nella speranza che qualcuno cogliesse quel disperato grido d’aiuto. E così è stato. Gli uomini della Questura di Lecce hanno fatto irruzione nell’abitazione dove viveva l’83enne, in seguito ad una telefonata anonima al 113, in cui si riferiva di lamenti e richieste di aiuto disperate che provenivano da una finestra a vetri di un appartamento. E’ successo ieri pomeriggio in via Enrico Fermi nel capoluogo salentino. Una volta sul posto, i poliziotti sono entrati nel complesso condominiale e hanno raggiunto la finestra, posta al piano terra, che si affaccia in un cortile. Ad aprire la porta un giovane che, compresa la situazione, si è diretto rapidamente verso il bagno e si è affrettato a chiuderla con due mandate della serratura. I poliziotti si sono fatti aprire la stanza e si sono trovati davanti una scena raccapricciante. L’anziana, era in stato confusionale e in condizioni igienico sanitarie precarie. Il lavello era sporco, privo delle maniglie dei rubinetti, verosimilmente per impedire che fosse aperta l’erogazione dell’acqua; il bidet coperto da una tavola in legno, assicurata con nastro adesivo; il water era sporco, il piatto doccia non utilizzabile. L’anziana sembrava dimorare in quella stanza, dal momento che vi era anche un piccolo materasso senza lenzuola e cuscini, adagiato su delle reti in ferro arrugginito; per terra vi era un piatto in plastica sporco e, sul pavimento, residui di alimenti in stato di putrefazione avanzato. Sul posto sono giunti gli agenti della Scientifica che hanno documentato la delicata situazione. E’ stato fatto intervenire personale sanitario che ha accompagnato la donna, sordomuta, all’ospedale di Galatina. Il giovane che aveva aperto la porta, B.C.V., 33 anni, di Lecce ha dichiarato di non sapere nulla in merito all’affidamento della anziana ed ha avvisato sua madre, giunta poco dopo insieme ad un altro figlio disabile. Gli appartamenti della palazzina, costruiti con fondi pubblici, sono stati assegnati a famiglie con persone disabili. Infatti la casa era stata assegnata per questo motivo alla signora, B.R.M, 65 anni, nata in India. Quest’ultima ha riferito che l’anziana e’ senza parenti e che da circa quattro anni le era stata affidata da un suo conoscente ed ex compagno, recentemente deceduto. Se ne occupava insieme al figlio, ma di fatto senza alcun titolo. La pensione di invalidita’ tuttavia, circa 1.200 euro mensili, viene accreditata su un conto corrente postale cointestato all’anziana e a B.R.M.. Quanto alle condizioni igieniche e sanitarie precarie, madre e figlio hanno fornito indicazioni vaghe e confuse, scaricando l’uno sull’altro eventuali responsabilità. La ‘sistemazione’ in bagno l’hanno giustificata con l’esigenza di evitarle situazioni di pericolo, quando veniva lasciata sola, non essendo autosufficiente, mentre, normalmente avrebbe a disposizione una stanza. D’intesa con il pm di turno la donna ed il figlio sono stati iscritti nel registro degli indagati per sequestro di persona, fatti salvi gli accertamenti per verificare se siano stati commessi negli anni altri reati. Stamane i poliziotti sono tornati nell’appartamento assegnato a B.R.M. per verificare chi effettivamente lo occupasse. Lì hanno trovato il figlio B.C., la compagna di quest’ultimo, dell’est europeo con suo fratello, il figlio minorenne della coppia. Non erano invece presenti, perche’ normalmente vivono in un’altra abitazione, B.R.M. con il figlio disabile. E’ stato al momento impossibile, nonostante l’ausilio di personale specializzato, ascoltare la vittima, visto lo stato di incoscienza in cui ancora si trova. Il conto corrente postale, sul quale si trova una piccolissima somma di denaro, e’ stato sequestrato. Per le cure dell’anziana verra’ presto nominato un tutore legale.
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