Le consultazioni al Quirinale inizieranno mercoledì 4 marzo. Ma il primo giro rischia di andare a vuoto. Perché la via di un’intesa giallo-verde è irta di ostacoli, a partire dalla volontà di Salvini di includere Forza Italia. Il M5s prova a rilanciare la propria iniziativa convocando già per domani un incontro sui programmi dei capigruppo di tutti i partiti. Ma il Pd, corteggiato dai grillini e agitato dalle sue divisioni, si tira fuori: ‘Non avranno i nostri voti’, dice Matteo Renzi.
Anche Salvini, che in serata tiene un comizio a Venafro in vista delle elezioni molisane, prova a spingere sull’acceleratore: ‘O parte un governo o si va subito al voto. Non ci sto a tirare a campare, discutere per un anno di legge elettorale sarebbe devastante’. Il leader della Lega assicura che il centrodestra è ‘granitico’, anche se al primo giro di consultazioni ognuno si presenterà per proprio conto. E aggiunge che con il M5s c’è un dialogo: un governo è possibile. I Cinque stelle proseguono in realtà un corteggiamento sotto traccia al Pd. Ma Salvini, che fa sapere che non accetterebbe un incarico ‘al buio’ senza avere prima un accordo, mostra di non crederci: ‘Voglio veder Di Maio trovare 90 voti in giro che si convincono…’.
Il leader della Lega esclude un esecutivo con i Dem, ma assicura che M5s non ha l’esclusiva dei contatti: ‘Sento tutti i pezzi del Pd’. L’accenno di Salvini ai ‘pezzi’ del Pd non è casuale, perché dietro l’unità sulla linea dell’opposizione, il partito democratico sembra diviso in due, tra renziani e orfiniani che rifiutano ogni dialogo e il correntone ‘governista’ che non vuole l’Aventino.