La strage di migranti al largo di Lampedusa riaccende lo scontro politico sulla legge Bossi-Fini che regola l’immigrazione clandestina. E’ soprattutto la Lega Nord a difendere le norme che, sistematicamente, vengono criticate dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e dal ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. Ed è proprio l’esponente del governo a finire nel mirino dei lumbard. Umberto Bossi, che da il nome alla legge, non vuole proprio sentire parlare di eventuali modifiche e alle continue richieste di modifiche chieste dalla Kyenge risponde in modo colorito: “Che vada a quel paese..”. Per l’ex padre nobile dei leghisti “la legge Bossi Fini è l’unica barriera contro questa invasione di clandestini”. “Quasi nessuno degli immigrati che vengono da noi ha un lavoro, l’Italia non può essere la portaerei per tutti i clandestini del mondo”. “Insistere sull’accoglienza – ha detto il fondatore della Lega, autore della legge sull’immigrazione oggi in vigore in Italia- è solo retorica per avere più voti. E’ inutile fare finta di essere bravi e aprire la porta a tutti. Non siamo l’America e nemmeno loro lo possono fare. Non abbiamo la possibilità di aiutarli. La Legge Bossi-Fini lo diceva chiaro, potete venire solo se avete un lavoro”.
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