Legge di Bilancio 2017: gli scaglioni Irpef scendono a 3?

Si moltiplicano le voci che suggeriscono, se non un taglio, una possibile riorganizzazione dell’IRPEF attraverso la strutturazione di scaglioni di reddito differenti dagli attuali 5. Ecco le ipotesi che potrebbero essere messe in campo.

Il taglio all’Irpef più volte annunciato è di fatto previsto per il 2018, il tema è stato più volte annunciato dal ministro Padoan, che tra una copertura finanziaria e un’altra, per soddisfare tutte le esigenze della nuova Legge di Stabilità, ha confermato che ci sarà in questa manovra un intervento sulle pensioni, così come sull’Iri e l’Ires, le due imposte per gli imprenditori (leggi Ditte individuali, società di persone: regime di cassa e Iri, mentre sarà complicato vedere anche un taglio Irpef, che potrebbe essere spostato per il 2018.

Le ipotesi della riorganizzazione in campo potrebbero essere quelle che seguono:

Gli scaglioni dell’Irpef, l’imposta sulle persone fisiche, sono al momento 5, ma da poco il Presidente del Consiglio dei Ministri ha annunciato sui social che agli 80 euro sarebbe stato bello potesse seguire una riduzione dei 5 scaglioni Irpef

L’ipotesi accreditata parlerebbe di 3 scaglioni: si tratta di una proposta redatta nei mesi scorsi dal Ministro Zanetti e che pare essere la più accreditata. Vediamo come funziona.

I tre scaglioni Irpef della proposta Zanetti sarebbero così configurati:

  • 1° scaglione da 0 a 15mila euro con un’aliquota del 23%
  • 2° scaglione da 15.001 a 75mila euro con un’aliquota del 27%
  • 3° scaglione per redditi superiori a 75mila euro con un’aliquota del 43%.

Al di là della riorganizzazione dagli attuali 5 scaglioni, naturalmente la manovra avrebbe anche un costo per lo Stato. Si prevede che la dotazione necessaria possa arrivare a 9 miliardi per il primo anno e a regime costerebbe 12 miliardi.

Mentre per i redditi fino a 15mila euro e sopra i 75 mila euro non ci sarebbero effetti, perchè gli scaglioni, il primo e l’ultimo, sarebbero mantenuti identici, nel caso dello scaglione centrale, il taglio all’aliquota del 27 % potrebbe portare risparmi importanti nelle tasche dei cittadini del ceto medio (circa 2450 euro per i cittadini con reddito pari a 50mila euro annui, ad esempio), per conseguenza, però, potrebbe costare molto allo Stato, come detto. Proprio questo costo rende l‘ipotesi poco verosimile.

Il costo di 12 miliardi a regime, se confermato, corrisponderebbe a circa la metà di una manovra fiscale annuale, si tratta dunque di un orizzonte probabilmente troppo lontano.

È prevedibile che ci si avvia dunque verso una soluzione ‘di mezzo’ che per ora sposti il problema al 2018 (che sarà un anno elettorale, tra l’altro) e che al contempo dia la possibilità di trovare possibilità alternative ai 3 soli scaglioni ipotizzati da Zanetti. Una delle altre ipotesi vedrebbe ad esempio la riorganizzazione in 4 scaglioni, mentre un’altra voce parlerebbe di un taglio lineare sulle aliquote, con una riduzione per tutti gli scaglioni. Si tratta ancora di sole voci, sulle quali vi terremo come sempre aggiornati.

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