Legge di Stabilità incassa fiducia al Senato

 

“Abbiamo stoppato l’assalto alla diligenza e messo in cantiere la legge elettorale. Indietro non si torna”, così Matteo Renzi, in contatto tutta la notte con il Senato, esprime soddisfazione con i suoi per “una partita che era davvero difficile perché erano tornati in campo vecchi appetiti e li abbiamo lasciati a bocca asciutta”. C’è stata tensione, infatti, per ritardi, slittamenti e rinvii per l’approvazione in Senato della prima manovra finanziaria del governo Renzi che è terminata nel caos prima che il governo ponesse la fiducia. “Le modifiche al disegno di legge di stabilità 2015 apportate sono sostanzialmente neutrali sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e sugli altri saldi di finanza pubblica”, si legge nel comunicato finale del Consiglio dei ministri che all’alba ha approvato la Nota di variazione al bilancio di previsione dello Stato che continua dicendo:”In termini di indebitamento netto, la manovra assicura il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica indicati dal Governo nei documenti programmatici, in coerenza con gli impegni assunti in sede europea”. Il governo deposita in ritardo il testo lasciando molti dubbi sulle coperture. Le proteste delle opposizioni sono state durissime a partire dalla Lega e dalle Cinque Stelle che accusano il governo di aver presentato un testo pieno di errori. M5S chiede il rinvio in commissione del provvedimento e alla fine non partecipa al voto. Ci chiedete di votare Topolino, attacca Giuseppe Vaccaro, mentre Forza Italia abbandona i lavori dell’Aula di Palazzo Madama. Non possiamo partecipare, dice il capogruppo azzurro intervenendo in Assemblea, ad una delle pagine peggiori della vita parlamentare italiana. Poi, però, i senatori azzurri rientrano nell’emiciclo annunciando voto contrario. Imprecisioni, discrasie e refusi vengono riconosciuti dallo stesso viceministro all’Economia Enrico Morando: “Il governo accetta e si scusa per gli errori commessi anche nella relazione tecnica ma abbiamo cercato di rendere più leggibile il testo”. Sotto accusa infatti finisce il dossier che correda la manovra ma anche lo stesso testo del maxiemendamento che, almeno in parte, viene rivisto durante i lavori dell’Assemblea come spiega il presidente del Senato Pietro Grasso: “si tratta di drafting e la presidenza si assume dunque la responsabilità di fare correzioni” Il governo incassa quindi la fiducia al termine di una lunga maratona notturna: il maxiemendamento alla legge di stabilità ottiene poco prima delle cinque di mattina il via libera del Senato con 162 sì e 37 no. Dopo la lunga maratona, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ringrazia senatrici e senatori per la “lezione di politica agli ostruzionisti”. Il Senato ha incardinato in aula la riforma elettorale, la cui discussione generale inizierà mercoledì 7 gennaio. La decisione è stata presa dopo l’approvazione della legge di stabilità. Polemiche che fanno slittare di qualche ora il via libera finale al testo, che arriva all’alba. La manovra torna così alla Camera e la giornata di domani sarà dedicata a riordinare le misure e solo nel tardo pomeriggio, alle 19, ci sarà un ufficio di presidenza della commissione Bilancio di Montecitorio che deciderà l’ordine dei lavori. Quello alla Camera, che sarà il terzo e l’ultimo passaggio, si annuncia comunque come un esame lampo: già lunedì è atteso l’ok finale ai documenti di bilancio.

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