Sono i ripresi i lavori nell’Aula di Palazzo Madama sulla legge elettorale. Come stabilito ieri dalla conferenza dei capigruppo, a partire dalle 14, le cinque chiame nominali per i cinque voti di fiducia, mentre le dichiarazioni di voto e il voto finale ci saranno domani mattina. Sempre stamattina dovrebbe intervenire il Presidente emerito Giorgio Napolitano che nei giorni passati ha espresso riserve sia sulla legge, sia sul ricorso alla fiducia.
Il governo ieri ha posto la fiducia sul Rosatellum 2.0 anche in Senato. La decisione certifica l’uscita di Mdp dalla maggioranza: i capigruppo dei bersaniani sono saliti al Quirinale per informare Mattarella della decisione che arriva dopo settimane di tensioni e continui distinguo con il governo Gentiloni. L’addio di Mdp alla maggioranza non è una buona notizia per il premier in vista della discussione della legge di Bilancio: al Senato i numeri diventano ancora più risicati. Ma su questo fa spallucce il segretario Dem, Matteo Renzi che liquida la vicenda spiegando che mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo e questa legge elettorale permetterà ai cittadini di scegliere i parlamentari. Il resto è discussione autoreferenziale e lontana dai problemi delle persone.
LA DIRETTA DAL SENATO
La cronaca parlamentare vuole che il governo abbia rotto gli indugi sulla fiducia dopo che i cinque stelle e i senatori di Sinistra italiana avevano respinto l’appello a rinunciare al voto segreto su una quarantina di emendamenti da loro presentati. Immediate le proteste dello schieramento che si oppone al Rosatellum. Anche il presidente del Senato Pietro Grasso ha ricevuto la sua dose di critiche, con tanto di ‘occupazione’ del suo scranno da parte della capogruppo di Sinistra Italiana Loredana De Petris. Il governo aveva fatto conoscere la sua posizione sin dal primo mattino: ‘Se rinunciano a chiedere i voti segreti ci penseremo seriamente se mettere o meno la fiducia’, aveva detto il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti.
Domattina, nella discussione sulla fiducia, potrebbe intervenire Giorgio Napolitano, che nei giorni passati ha espresso riserve sia sulla legge sia sul ricorso alla fiducia.
Ma la fiducia apre poi una nuova ferita nel Pd: quattro senatori (Vannino Chiti, Walter Tocci, Luigi Manconi e Claudio Micheloni) hanno preannunciato che non parteciperanno al voto, in dissenso, mentre Massimo Mucchetti si riserva la decisione. Gli altri gruppi che sostengono il Rosatellum 2.0 (Fi, Ap, Lega, Autonomie, Ala-Sc, Drezione Italia) hanno confermato l’appoggio. Fi , ha detto Paolo Romani, ‘voterà sì convintamente’ anche se non voterà la fiducia. Male invece la manifestazione dei professori del Comitato per il No all’Italicum: solo poche decine di persone davanti al Senato.