Dopo la bocciatura parziale dell’Italicum da parte della Corte Costituzionale, governo e Parlamento si erano impegnati, a parole, a chiudere in tempi brevi la questione legge elettorale. Sembrava questione di giorni, poche settimane al massimo. E invece le proposte depositate in Commissione Affari costituzionali della Camera sono addirittura 28; appare piuttosto improbabile che si arrivi, come previsto, a un testo unico da presentare in Aula il 27 marzo.
Dopo essere stati chiamati alle urne, si presume nel febbraio 2018, scopriremo che non c’è un vincitore. Tutti diranno di aver vinto, nessuno avrà la forza politica per formare un governo. E’ probabile che Forza Italia, Pd e centristi vari non abbiano i numeri sufficienti per dar vita a una maggioranza parlamentare.
Il sistema elettorale proporzionale renderà ingovernabile il Paese ma assicurerà comode rendite di posizione ai figuranti della politica e c’è il rischio che abbassino la soglia di sbarramento del Senato, oggi all’8%, per consentire di piantare a palazzo Madama le insegne del proprio partitino. In questa fase di debolezza diffusa e alleanze incerte, il proporzionale va bene a tutti.
Leggendo i risultati del sondaggio realizzato dall’Ipr scopriamo che l’Italia sarà ingovernabile per il 65% degli intervistati. La colpa andrà data alla classe politica per il 58%, mentre solo il 7% dei cittadini ha fiducia nei partiti politici. Quando poi si tocca la questione morale, tema su cui si sfogano tradizionalmente le ipocrisie nazionali, è pure peggio. Solo il 12% degli italiani pensa che in futuro i politici saranno meno corrotti, solo il 28% ritiene che in termini di propensione alla corruzione non siano ‘tutti uguali’, solo il 38% pensa che nei prossimi anni la qualità della classe politica migliorerà.