Matteo Renzi durante l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico al Marriot Park Hotel, Roma, 7 maggio 2017. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Legge elettorale, Renzi cerca una maggioranza al Senato

‘Il Rosatellum ha i numeri alla Camera, vediamo al Senato’. Matteo Renzi stringe i tempi sulla riforma elettorale. Entro martedì, quando riunirà la Direzione del Pd, sentirà tutti gli altri partiti per chiedere di uscire allo scoperto: ‘Noi stiamo facendo le cose sul serio, gli italiani valuteranno’.

‘La mia posizione è il Mattarellum, al Mattarellum dicono di no. Abbiamo presentato il Rosatellum, secondo me alla Camera i numeri potrebbe averli: bisogna che gli altri ci dicano se li ha anche al Senato o no’, dice Renzi, interpellato a margine del Maurizio Costanzo Show: ‘Vediamo un po’, il punto vero è che noi stiamo facendo le cose sul serio per accogliere l’invito del presidente della Repubblica, dopodiché gli italiani valuteranno chi sta dalla parte della soluzione e chi no’.

Sulla linea dell’accordo al più presto, anche il segretario della Lega Matteo Salvini: ‘Ribadisco quello che dico dal 4 dicembre: dateci una legge elettorale qualsiasi in Parlamento e noi la approviamo.  Ma se si vuole andare a votare in autunno significa che in 15 giorni bisogna votare la legge elettorale, quindi non faremo ostruzionismo, altrimenti si tira a campare’.

‘Nessun Nazareno bis, il centrodestra unito può vincere’,  scrive Silvio Berlusconi in una lunga nota: ‘Una cosa deve essere chiarissima: un accordo sulla legge elettorale, se si farà  non è un accordo politico con il Pd. Non è neppure un nuovo Patto del Nazareno, ricordando d’altronde che neppure quello vecchio era un accordo politico: era solo un metodo per fare le riforme insieme. E’ fallito e non certo per colpa nostra. Qui  nessuno lo ripropone il Nazareno, si tratta solo di un accordo tecnico su una modalità di voto. Che  non prelude ad alcun accordo politico nella prossima legislatura. Il sistema tedesco, se applicato integralmente, senza stravolgimenti, ha dimostrato di essere il sistema che funziona meglio in Europa, almeno nei paesi in cui non c’è l’elezione diretta del Presidente. Ha consentito alla Germania  di avere stabilità, in un quadro sostanzialmente bipolare, per 70 anni, passando dalla distruzione della guerra persa ad essere uno dei paesi leader nel mondo. Solo eccezionalmente ha portato a grandi coalizioni, che probabilmente non si ripeteranno dopo le elezioni tedesche del prossimo autunno. Votare al più presto possibile si può fare solo con una legge elettorale applicabile e condivisa. Senza di noi al Senato non ci sono i numeri per approvare nessuna legge, a meno di un accordo impossibile con i Cinque Stelle. Dunque spero che prevarrà il buon senso e il senso delle istituzioni. Noi come sempre in questi casi siamo disponibili. A differenza di tutte le altre forze politiche noi non abbiamo mai cambiato idea. Per noi la legge elettorale deve avere due requisiti: garantire la corrispondenza fra la volontà degli elettori e i rapporti di forza parlamentari che ne derivano, e assicurare il rapporto fra elettori ed eletti con metodi corretti, quindi non con le preferenze, ma con collegi o liste corte. Il Partito Democratico su questa materia ha cambiato idea e linea molte volte. Ha proposto modelli diversi, ha tentato forzature ed accelerazioni.  Ora  sembra che prevalga la disponibilità ad un ragionamento insieme, su un sistema come quello tedesco che assolve ad entrambe le condizioni che abbiamo posto, e che per di più prevede una soglia di sbarramento abbastanza alta da evitare la dispersione di voti. Se sarà così, e lo capiremo nelle prossime ore, possiamo lavorare insieme per una legge elettorale condivisa’.

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