Come dicono tutti gli istituti di sondaggi, qualsiasi legge elettorale ci sia o entri in vigore  tra il Consultellum attuale, il Rosatellum bis di cui si è iniziato a discutere alla Camera da oggi,  o il sistema tedesco che è naufragato a giugno, i voti dei due teorici pilastri (Pd e FI) di una ‘Grande Coalizione’ all’italiana non basterebbero per avere la maggioranza. E poi, allo stato, nel Pd di Renzi,  come in Forza Italia di Berlusconi (l’ala nordista) sono molti gli esponenti che non appaiono entusiasti al matrimonio di convenienza.

Il risultato delle elezioni in  Germania guasta i conti e i desideri anche alle forze politiche in Italia. Infatti, al di là che, alla fine, a Berlino si riesca, o meno, a formare una Grosse Koalition Cdu-Spd o una coalizione ‘Giamaica’ Cdu-Verdi-liberali, il principio che voleva anche il nostro Paese pronto, ineluttabilmente, a un governo di ‘grande coalizione’ post-voto è tutto da rivedere.

Ad esempio un governo M5S-Lega, di cui molto si è parlato, sia chiaro in misura ideale,  e che manderebbe, clamorosamente, Pd e FI all’opposizione, non solo quasi sicuramente non avrebbe i numeri necessari per formare un governo, ma neppure le reali intenzioni dei suoi leader in pectore. Infatti, mentre Matteo Salvini esultava davanti al risultato dei nazionalisti xenofobi dell’Afd, affermando che ‘la sola differenza tra noi e loro è che noi andremo al governo per cambiare le cose’, il neo candidato premier dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, fa una dichiarazione da ultra moderato: ‘Noi siamo l’unico argine agli estremismi in Europa, fermo restando la crisi dei partiti tradizionali’.

In tema Matteo Renzi è stato chiaro: ‘Siamo noi l’unico argine ai populisti di casa nostra’, dice il segretario Pd, intendendo però proprio i 5 Stelle, non solo la Lega. Ma l’M5S potrebbe governare da solo, senza una politica di alleanze pre e post-voto? Impossibile, anche se sfiorasse il 40% dei voti.

Alla fine, il pensiero di tutti, nel Pd, lo riassume il vicepresidente della Camera, Marina Sereni: ‘C’è poco da stare allegri, il voto in Germania ci consegna un quadro preoccupante anche per noi’.