La riforma del sistema di voto verrà incardinata il 9 febbraio in commissione Affari costituzionali della Camera ma per l’esame in Aula bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza della commissione: ‘È buon senso conoscere anche le motivazioni per avere un quadro più completo in cui lavorare’.
Durante la riunione dell’ufficio di presidenza, di fronte alla richiesta del Pd di incardinare subito l’iter della legge elettorale, diverse sono state le perplessità. Ho fatto presente, ha piegato Pino Pisicchio, che sarebbe stato stravagante iniziare una discussione su proposte che, per la stragrande maggioranza, sono antecedenti alla sentenza della Consulta. Ora ci troviamo in un quadro diverso. E non basta: stiamo aspettando a giorni le motivazioni della sentenza che potrebbero, di nuovo, modificare il quadro’.
Il 9 quando verranno incardinate le proposte, il Pd presenterà tutte i ddl depositati dai dem: dal Mattarellum di Nicoletti e Zampa al Lauricellum. I Cinquestelle sosterranno quello che è stato ribattezzato il Legalicum con alcune correzioni: via i capilista bloccati, preferenza di genere anche al Senato e premio di maggioranza su base nazionale anche a palazzo Madama. Data battaglia in Aula e in commissione al testo sui capilista, i grillini voteranno a favore della nuova legge elettorale, sempre che il testo mantenga il profilo delineato dalla Consulta. Dunque il paletto sui capilista, fissato da Beppe Grillo via blog, resta integro e non è in discussione.