La conferenza dei capigruppo della Camera è convocata per domani alle 14. Tra i temi caldi che dovranno essere affrontati nella riunione, che dovrà varare il calendario dei lavori d’Aula per settembre, la riforma della legge elettorale: il Pd chiede che sia esaminata prima del referendum del prossimo 20 settembre.
E si va verso l’adozione del testo base sulla legge elettorale martedì prossimo: è questo, a quanto si apprende, l’orientamento che sta prendendo l’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali su proposta del presidente Giuseppe Brescia.
La questione del referendum al centro del dibattito: “Personalmente sono molto perplesso – ha detto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia -. Il taglio dei parlamentari è una scelta che noi avevamo già adottato fin dal 2005 con la nostra riforma costituzionale che poi però è stata cancellata dalla sinistra. In questo caso però è un taglio, come dire, russo. Che non si inquadra in una riforma complessiva del funzionamento delle istituzioni e che avrà come probabile effetto una riduzione degli spazi di democrazia con delle Regioni che non potranno essere rappresentate in Parlamento da parlamentari dei partiti della minoranza. Ed anche per questo io sto ancora riflettendo, cosa che mi ha chiesto sul mio voto, fermo restando naturalmente l’assoluta libertà di voto per i nostri militanti e per i nostri eletti”.
“Più Europa è l’unico partito presente in Parlamento che ha sempre votato no a questa non-riforma populista, antipolitica e antiparlamentare imposta dal M5s e che convintamente voterà no e chiede a tutti di votare no”, ha detto Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa. “Chiediamo di votare no – ha aggiunto Della Vedova – anche a coloro come il Pd, che hanno cambiato idea. Non è da questo taglio lineare, brutale, grillino, che potrà uscire qualcosa di buono e di meglio per gli italiani”.
“L’Italia è un modello e fa da apripista alle grandi riforme istituzionali europee. Germania e Francia copiano infatti la riforma italiana del taglio del numero dei parlamentari e puntano a ridurre gli sprechi della politica – spiega Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo – rendendola più responsabile e vicina ai cittadini, proprio come avverrebbe in Italia se al prossimo referendum i sì dovessero prevalere. In Germania la grande coalizione di CDU e SPD ha trovato un accordo sul taglio graduale del numero dei parlamentari che si completerà fino al 2025. Per la Merkel era insopportabile vedere un Bundestag composto da 800 componenti. In Francia un progetto di legge presentato dal governo di En Marche riduce il numero dei parlamentari di un quarto: da 577 a 404 membri. Con Camere più snelle aumenteremo la produttività dei nostri rappresentanti e diremo basta agli assenteisti cronici che utilizzano la politica come se fosse la gallina dalle uova d’oro”.