Il Tar non ha giurisdizione sugli atti di sospensioni di amministratori locali legati alla legge Severino. Lo afferma la Procura Generale della Cassazione ritenendo fondato il ricorso proposto dall’avvocato Gianluigi Pellegrino per il Movimento difesa cittadino nell’ambito della vicenda De Magistris. Le Sezioni Unite tratteranno il caso il 26 maggio.Il ricorso è stato giudicato ammissibile dal sostituto Procuratore Generale della Cassazione Luigi Salvato, che chiede alle Sezioni Unite di dichiarare che la giurisdizione in materia è del giudice ordinario. Sulla vicenda di Luigi De Magistris, il Tar aveva stabilito che la sospensione dalla carica di sindaco di Napoli, scattata per l’applicazione della legge Severino dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio, venisse a cadere. De Magistris era stato quindi reintegrato nelle sue funzioni. Il Tar, inoltre, aveva inviato gli atti alla Corte costituzionale sollevando questione di legittimità sulla legge Severino. La successiva decisione del Consiglio di Stato ha poi in sostanza confermato questo quadro. Il Movimento Difesa del Cittadino, attraverso il proprio legale Gianluigi Pellegrino, ha però presentato alle Sezioni Unite della Cassazione un cosiddetto regolamento preventivo di giurisdizione chiedendo alla Suprema Corte di stabilire se la competenza in materia sia o meno del giudice amministrativo, Tar e Consiglio di Stato, appunto, o invece spetti al giudice ordinario, come, valutato il ricorso, chiede la Procura Generale della Cassazione. “In materia di contenzioso elettorale amministrativo, sono devolute al giudice ordinario le controversie concernenti l’ineleggibilità, la decadenza e l’incompatibilità”. E’ il principio “costantemente enunciato dalle Sezioni Unite” richiamato dalla Procura Generale della Cassazione riguardo alla legge Severino e al caso De Magistris. Principio che viene esteso anche alla sospensione. La sospensione dalla carica è la misura, prevista dalla legge Severino, adottata nei confronti di de Magistris così come di altri amministratori locali. Tale misura, scrive il sostituto Pg Luigi Salvato, “si differenzia dalla decadenza soltanto perché a tempo determinato e non a tempo indeterminato, e, poiché il più contiene il meno, anche la controversia che questa concerne spetta alla cognizione del giudice ordinario appunto perché attiene ad una posizione giuridica di diritto soggettivo”
Riprova
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