Il premier Mario Draghi non cerca perifrasi: «È una domanda importante, oggi sono in Parlamento tutto il giorno, mi aspetto che me lo chiedano e risponderò in maniera più strutturata. La domanda è quella sull’intervento del Vaticano in merito al ddl Zan, arriva durante la conferenza stampa convocata insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Anche per lei lo stesso quesito: cosa pensa la presidente dell’intervento del Vaticano su una legge sui diritti? Non faccio commenti su un progetto di legge. In generale mi preme sottolineare che i trattati Ue proteggono la diversità, la dignità, di ogni singolo essere umano. E proteggono la libertà di espressione».
Già, la libertà di espressione: è proprio questo il punto sul quale insiste la nota ‘informale’ che monsignor Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati in Vaticano, ha consegnato il 17 giugno al ministero degli Esteri Luigi Di Maio. Un punto che, secondo le autorità di Oltretevere, violerebbe il Concordato.
Una nota che — per quanto informale possa essere —ha scatenato il mondo politico. Il primo a commentare è stato Enrico Letta: il segretario del Pd si è detto disposto a sciogliere i nodi, ribadendo però con fermezza che il ddl Zan ‘è una legge di civiltà che abbiamo fortemente voluto e confermiamo il nostro impegno a farla approvare’.
Il leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto un incontro al segretario dem: ‘Sul ddl Zan io sono pronto a incontrare Letta, anche domani, per garantire diritti e punire discriminazioni e violenze, senza cedere a ideologie o censure’.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è chiara: ‘Siamo contro il ddl Zan perché è una legge liberticida’, e anche da Forza Italia. Dice, infatti, il vice presidente azzurro Antonio Tajani: ‘Siamo contro il ddl Zan perché non allarga gli spazi ma li restringe’.
Difendono il ddl Zan i componenti del Movimento 5 Stelle del gruppo Pari Opportunità: ‘La legge contro l’omotransfobia è una questione di dignità e di tutela dei diritti della persona. Una battaglia di civiltà che portiamo avanti da tempo per rispondere alle esigenze di tutti quei cittadini che chiedono di avere pari diritti senza alcuna discriminazione. Il Parlamento procederà mantenendo la propria autonomia per arrivare al più presto a una legge che sia largamente condivisa, nel rispetto di tutte le diverse sensibilità del Paese’.