La Camera ha approvato il disegno di legge sulla legittima difesa. Il provvedimento è passato con 373 voti favorevoli, 104 contrari e 2 astenuti. Al voto sono scoppiati gli applausi dei deputati di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Dal 26 marzo il provvedimento passerà al vaglio del Senato per la terza lettura.
Venticinque deputati di M5s non hanno votato la proposta di legge. E’ quanto risulta dai tabulati del voto. I cronisti hanno potuto osservare che un gruppo di deputati pentastellati è rimasto in Transatlantico entrando in aula solo dopo la proclamazione del voto.
Con larghissima maggioranza, che sconta 25 deputati grillini dissidenti, ma ottiene l’appoggio di Forza Italia e FdI, la Camera ha approvato la riforma della legittima difesa. Manca solo un passo, prossimamente al Senato, e a quel punto sarà legge dello Stato. Può esultare la Lega, che l’ha voluta fortemente. Dice Matteo Salvini: «Ne sono orgoglioso: gli italiani saranno più sicuri e tranquilli, gli unici che dovranno aver paura sono i delinquenti, che non avranno più una lira di risarcimento».
Affinché scatti la legittima difesa, poi, non è necessario che il ladro abbia un’arma in mano; sarà sufficiente la sola minaccia di utilizzare un’arma e neanche che sia espressamente rivolta alla persona. Con il nuovo testo si modifica anche l’eccesso colposo di legittima difesa: si esclude la punibilità di chi si è difeso in «stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto». Quanto ai risarcimenti per gli intrusi colpiti, al suo posto ci sarà un indennizzo.
Gli avvocati penalisti sono contrari: «Riforma propagandistica, odiosa nelle sue motivazioni e ingannevole nei suoi obiettivi, che non risponde ad alcuna emergenza sociale», dice il presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza. Così come i magistrati progressisti della corrente Area: «La riforma – sostiene Cristina Ornano – complica l’accertamento giudiziario, che comunque resta insostituibile; apre la strada a pericolose conseguenze pratiche, come l’attuazione di una giustizia privata; suscita seri dubbi sul piano costituzionale».
Luigi Di Maio è esplicito: «Sicuramente questa è una legge della Lega. Come quando si è votata la legge contro la corruzione voluta dal M5S non è che ci fosse tutto questo entusiasmo nella Lega, allo stesso modo, quando si vota la legge sulla legittima difesa, che è una legge che sta nel contratto e che per questo porteremo avanti perché noi siamo leali, non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5S». Sono stati 25 i dissidenti tra i deputati grillini che non hanno partecipato al voto. E la senatrice Paola Nugnes, in vista dell’ultimo passaggio parlamentare, preannuncia il suo voto contrario: «Io non ne sarò certamente complice».