Il segretario del Pd Matteo Renzi sul palco della Leopolda, Firenze, 25 novembre 2017. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

Leopolda e Renzi: ‘Con il referendum abbiamo perso una sfida, ma qui più forti prima ‘

‘Non siamo come Berlusconi che ogni volta che perde dà la colpa a qualcuno, noi quando perdiamo diciamo che abbiamo perso, M5s parlano di complotto ed invece quando si perde è perché gli italiani scelgono altri. Vi invito all’onestà intellettuale perchè se non guardiamo al passato non si è onesti sul futuro. Abbiamo perso la sfida ma la rifarei. Siamo qui ancora più forti di prima’, afferma Matteo Renzi dal palco della Leopolda, nell’ultimo gionro della kermesse del Partito Democratico.

Tra pochi mesi comincerà la campagna elettorale,  ha aggiunto Renzi, ammesso che si sia conclusa quella prima, e la prima proposta del Pd non sarà un bonus anche se noi li difendiamo, né un diritto anche se noi li difendiamo e li abbiamo estesi ma il servizio civile obbligatorio per tutti i ragazzi del Paese.

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La legge sul fine vita la faremo ma è importante che ci occupiamo anche di come arriviamo al fine vita. Daremo incentivi fiscali alle badanti ma i territori devono promuovere corsi di formazione per promuovere i servizi sociali, ha detto il leader Pd a proposito del biotestamento.

 Renzi bandisce il tormentone delle alleanze dalla Leopolda, preferendo mixare nei tavoli e sul palco la rivendicazione di quanto fatto con le molte testimonianze di protagonisti di storie di riscatto. Non una novità per la kermesse renziana che non ha mai amato il politichese ma certo è anomalo che, a pochi mesi dalle elezioni, alla stazione fiorentina siano scomparsi alleati e nodi delle alleanze. Chi invece prova, non senza fatica, a decidere il suo percorso è Giuliano Pisapia che oggi è caduto in quello che i suoi chiamano un equivoco: ad un convegno dei cattolici democratici sembra aprire ad Angelino Alfano ma in realtà, corregge poi, apriva al ‘centro ma non al centrodestra’, per lui rappresentato da Ap su cui, giura, resta il veto.

Il leader dem si è imposto e ha chiesto ai suoi di tenere fuori dalla Leopolda l’immagine di un Pd tutto concentrato ad allargare le alleanze o a discutere su collegi e candidature. Dei quasi 90 tavoli non uno si è addentrato sul futuro del centrosinistra. L’unico che, dal palco, fa un cenno alla direzione da prendere è Marco Minniti che ritiene importante uno sforzo unitario del centrosinistra ma soprattutto che per dare forza a questo impegno  resta un Pd unito.

 

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