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L’Italia si risveglia dopo il giorno dei record negativi sul fronte del coronavirus: oltre 4000 morti dall’inizio dell’epidemia e, soprattutto, il record negativo dei casi con 627 nuove vittime in un solo giorno. I casi totali hanno raggiunto quota 47.021. Il picco dell’epidemia non è ancora arrivato. Intanto sono una settantina i feretri che questa mattina sono stati caricati sui camion dell’esercito per essere trasferiti dal cimitero di Bergamo in altre zone del Nord, in particolare in Emilia Romagna per la cremazione. Anche oggi Bergamo assiste a un nuovo, drammatico corteo dei mezzi, come quello della sera del 18 marzo scorso, con le bare dei propri cari per i quali non è nemmeno stato possibile organizzare un funerale, perché le regole per contrastare la diffusione del coronavirus li vietano.
Il problema reale, e giornalisticamente indegno, è mostrare a più non posso le bare poste in fila indiana durante telegiornali, speciali sul coronavirus, filmati che riguardano il dramma vissuto a Bergamo e altro. Tutte le stazioni televisive non colgono che in questo caso non vale il detto: Melius est abundare quam deficere. E’ invece, ed a ragione, non mostrare queste tristissime immagini. Le stazioni televisive ‘peccano’ nel mostrare con ostentazione le bare che ricordano a chi le vede, ai parenti delle persone scomparse, la loro scomparsa, la loro morte.
È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero, nel mostrare queste tristissime immagini.
Anche oggi Bergamo assiste dunque a un nuovo, e lo ripeto, drammatico corteo dei mezzi, come quello della sera del 18 marzo scorso, con le bare dei propri cari per i quali non è nemmeno stato possibile organizzare un funerale, perché le regole per contrastare la diffusione del coronavirus li vietano.
Ovviamente questo articolo è diretto ai colleghi giornalisti, alle stazioni televisive, a coloro che mostrando queste file indiane credano di stare, erroneamente, ‘sul pezzo’ mentre, per converso, sono semplicemente fuori dal decano di sensibilità e lungimiranza emotiva. Questo articolo è poi diretto ai sindaci che coglieranno questa tragedia di immagini rivolgendosi, e con forza, alle stazioni televisive per fermarne la messa in onda.
