Bruxelles preferisce sempre girare lo sguardo dall’altra parte.
Se si da uno sguardo a quanto è successo negli ultimi giorni lungo la frontiera marittima meridionale dell’Unione, quella più toccata dal fenomeno dell’immigrazione clandestina, ci si rende conto del perché parliamo di estraneità e, ci permettiamo sommessamente di aggiungere, di mancanza di audacia. L’Unione Europea ha cercato di arginare il fenomeno incaricando un’apposita agenzia, Frontex, di elaborare adeguate strategie. Fino a questo punto nulla da obiettare. Però c’é un Paese dell’UE, come la Grecia, nei cui porti le autorità sembrano chiudere gli occhi e grazie alle più svariate complicità non controllano nulla e lasciano salire sulle navi migliaia di clandestini, facendo finta di non accorgersene e, forse, con l’intento recondito di sbarazzarsene, mandandoli da qualche altra parte. E questo proprio è accaduto alla Norman Atlantic, nelle cui stive si addensavano decine di passeggeri non registrati e destinati alla fine che tutti sanno e, forse, non estranei alle cause dell’incendio che è stata all’origine del naufragio.E non è finita qui. Dopo due giorni le stesse autorità greche, come se nulla fosse accaduto, hanno lasciato in tutta tranquillità transitare davanti alle loro coste il cargo Blue Sky M, stracarico di clandestini. Tutto è avvenuto nella più totale noncuranza,nonostante avessero ricevuto un Sos, ma poi si erano dette rassicurate da una fantomatica ispezione che sarebbe venuta a bordo. Il risultato è stato che la nave senza guida e con i motori bloccati, si stava avviando a fracassarsi sulle coste pugliesi, se non fosse intervenuta tempestivamente la guardia costiera. A questo punto una domanda sorge spontanea:” E’ possibile che un Paese dell’UE si comporti in questo modo nei confronti di un altro?”. Ma del resto il nostro Paese, nonostante tutto, ha poco da dolersi del comportamento degli ellenici, tenuto conto che per primi abbiamo evitato di registrare i clandestini che arrivano sul nostro territorio, cercando così di favorirne il passaggio verso altri Paesi dell’UE. Quando si arriva a far valere sino a questo punto gli interessi o, per meglio dire, gli egoismi nazionali, la realtà dell’Europa è questa. Se l’Europa vuole sopravvivere, se vuole diventare un solo corpo politico, tenuto insieme da un legame autentico, e capace di un’azione efficace, ha davanti a sé una sola strada: quella di una nuova costituzione che affidi al Parlamento la realizzazione di una radicale riforma delle regole che la fanno vivere.In mancanza di ciò i singoli Stati dell’UE continueranno ad andare in ordine sparso, aspettando che qualche Paese prima o poi decida di uscirne, decretandone così il suo fallimento.