Giornata movimentata a Palazzo Madama. Dopo il tira e molla del Pdl e il dietrofront del Cav, che si arrende a Letta ‘per il bene del Paese’ , l’esecutivo con 235 sì e 70 no, ottiene la fiducia al Senato. Poco prima dell’ok ufficiale, il Cavaliere aveva annunciato la sua marcia indietro: “Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Premier. Abbiamo ascoltato i suoi impegni. Mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo e di riforme, abbiamo deciso non senza interno travaglio di esprimere un voto di fiducia”. In un primo momento Berlusconi aveva deciso di non votare la fiducia al governo Letta. ‘”Sarà il gruppo in maniera compatta a decidere cosa fare. Prendiamo una decisione comune per non deludere il nostro popolo”, aveva dichiarato il Cavaliere. E l’esito è stato negativo. Il Popolo delle Libertà ancora fedele all’ex presidente del consiglio dice no alla fiducia al governo Letta.
Immediato l’applauso di sostegno del centro destra e quello, più di contenuto del vicepremier Alfano. Il premier ha sorriso, anche se poco dopo, continuando a sorridere, ha scosso la testa.
Berlusconi ha poi lasciato l’Aula. Apparentemente agitato ha liquidato i giornalisti con un commento lapidario: “Non c’è stata nessuna marcia indietro”. Poi, vicino all’ingresso principale del Senato, il Cavaliere è stato contestato da un nutrito gruppo di persone dietro le transenne: “Vai via, vai via! Buffone, buffone!”.
Zanda: “Nuova maggioranza politica”. Dopo l’annuncio a sorpresa di Berlusconi, il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha affermato: “Oggi assistiamo a un fatto nuovo. Si è formata una nuova maggioranza politica, indipendentemente da tutte le operazioni tattiche e furbette che contrastano con le parole e i gesti gravissimi cui in questi giorni assistito con sconcerto”.
Prima della decisione di Berlusconi, al Senato si è infatti lavorato per tutta la mattina a una ‘nuova’ maggioranza di governo: 23 senatori Pdl e Gal hanno firmato un documento per la fiducia a Letta. I nomi sono quelli di Bianconi, Naccarato, Compagna, Bilardi, D’Ascola, Aielo, Augello, Chiardi, Chiavoni, Colucci, Formigoni, Gentile, Giovanardi, Guialdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Sacconi, Scoma, Torrisi, Viceconte, L. Rossi, Quagliariello.
“Mi pare del tutto evidente che la mozione depositata e firmata da 23 senatori del Pdl consente politicamente la nascita della nuova maggioranza di governo”, ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
Gelmini: “Destini separati. Fine”. “I destini sono separati. Fine”. Commentando la risoluzione in favore della fiducia al governo firmata da 23 senatori Pdl ha detto. “E’ già pronto il nuovo gruppo. Ma di che parliamo?”, aggiunge, affermando che Sandro Bondi ha fatto bene a tenere un discorso molto duro in Aula.
Intanto la notizia del dietrofront di Berlusconi ha fatto il giro del mondo. Il ripensamento del Cavaliere rimbalza sulle prme pagine dei quotidiani internazionali. CNN titola: “L’ex premier abbandona inaspettatamente il tentativo di rovesciare” il governo; BBC “Berlusconi fa marcia indietro”; Le Monde: “L’ultimo colpo di teatro di Berlusconi” e Financial Times “Berlusconi si rischiera dietro Letta”. Il NEW YORK TIMES titola sul suo sito: ”Berlusconi cambia idea e appoggia coalizione di governo”. Netto il commento dell’agenzia REUTERS: ”La svolta a U di Berlusconi assicura la sopravvivenza del governo”, mentre la tv americana ABC scrive: ”Berlusconi sconfitto, decide di appoggiare il governo Letta”. “Berlusconi appoggia la coalizione con un umiliante dietrofront”, secondo THE TIMES, mentre lo spagnolo EL PAIS apre la pagina online con la scritta “Berlusconi a sorpresa salva il governo Letta”. Duro il titolo della tedesca BILD: “Il grande disonore di Berlusconi”. E nell’occhiello si sottolinea: “trionfo per Letta, il cavaliere ha dovuto cedere il passo”. Mentre Die Zeit e la Faz titolano “Letta ottiene il voto di fiducia”.
Il discorso di Letta. Il premier Letta ha parlato al Senato, prima delle dichiarazioni di voto dei gruppi parlamentari. Di seguito, alcuni dei passaggi fondamentali del discorso del presidente del Consiglio.
“Nella vita delle nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo può essere irreparabile”, comincia così il discorso del premier Letta al Senato, che cita Luigi Einaudi. “L’Italia – dice Letta – corre un rischio che potrebbe essere fatale, sventare questo rischio dipende da noi, dalle scelte che assumeremo, dipende da un sì o un no. Gli italiani – sottolinea – ci urlano che non ne possono più di ‘sangue e arena’, di politici che si scannano e poi non cambia niente. Solo chi non ha le spalle larghe finisce ostaggio della paura del dialogo. Il mio governo – è la sfida lanciata dal premier Enrico Letta nel suo intervento al Senato – è nato in Parlamento e se deve morire deve morire qui, in Parlamento. La nostra repubblica democratica si fonda sullo stato di diritto. In uno stato democratico le sentenze si rispettano, si applicano, fermo restando il diritto intangibile” della difesa. Ma “senza trattamenti né ad ad né contram personam”, ha detto il premier nel discorso sulla fiducia al Senato. Se si tornasse al voto con il Porcellum – secondo Letta – ci troveremmo di nuovo con le larghe intese perché non si produrrebbe una chiara maggioranza. Oggi in poco tempo possiamo riformare la politica: i provvedimenti sono all’esame del Parlamento, se rapidamente discussi faremo una svolta con la pubblica opinione. Il tempo di attesa è scaduto. Sul programma di riforme – sottolinea il premier in Senato – il “comitato dei saggi ha completato una bozza di riforma equilibrata e ambiziosa senza golpe o stravolgimenti della carta costituzionale: ci “sono le condizioni di chiudere in anticipo e completare percorso di riforma in 12 mesi da oggi”. “Il nostro obiettivo dichiarato da tempo – dice – è l’aumento di un punto di Pil nel 2014 e spero che la legge di stabilità sia l’occasione per dimostrare che il cambiamento in atto ma senza arretrare nel risanamento della finanza pubblica”. “Coraggio e fiducia – conclude Letta – è quello che vi chiedo. Mi appello al parlamento tutto, dateci la fiducia per realizzare gli obiettivi. L’Italia può arrivare forte e credibile al 2014, ma non c’è influenza senza credibilità, stabilità politica e obiettivi chiari”. Silvio Berlusconi arriva a Palazzo Madama mentre Letta parla:
Berlusconi, arrivato a Palazzo Madama durante il discorso di Letta: “Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”. Poco dopo nell’Emiciclo di Palazzo Madama arrivano anche l’avvocato Niccolò Ghedini e il coordinatore Denis Verdini: entrambi prendono posto lontani da Berlusconi che siede nel posto proprio sotto a quello di Domenico Scilipoti. Il Cavaliere si mette spesso le mani sulla faccia o le tiene giunte all’altezza della bocca.
C.I.