Il vicepremier Angelino Alfano ha incontrato questa mattina, a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi. Dopo l’incontro il vicepremier avrebbe dovuto incontrare i ministri per un punto sulla situazione. Tuttavia la tragedia che ha scosso la Sicilia oggi ha spinto il ministro Letta ad annullare la conferenza stampa dei pidiellini, nella quale sarebbero state spiegate le motivazioni del dietrofront di Berlusconi.
Il Cav concede la fiducia, Pdl nel caos. La questione di fiducia posta dal Governo Letta ieri al Senato e alla Camera, ha mostrato le ‘crepe’ del Pdl. Un partito che arranca, che pensa alla scissione, in risposta ad un leader che per la prima volta si mostra indeciso. Il bene del Paese ha prevalso per Berlusconi sulle questioni personali, ma alla ‘favola’ dell’eroe che si sacrifica per la patria ci hanno creduto in pochi. Per la stampa italiana ed internazionale, la marcia indietro del Cavaliere è stata una reinterpretazione del ‘grande bluff’. Ma i ministri pidiellini corrono ai ripari e giurano che nella conferenza stampa di oggi, spiegherannole ragioni del dissenso. Nel corso della riunione di ieri sera tra i dissidenti del Pdl si sarebbe infatti deciso anche di mettere a punto un documento politico ‘per il dialogo’ da presentare nel dibattito interno al partito. “Il Pdl siamo noi, non ci piace questa nuova Forza Italia – dice un deputato ‘dissidente’ del partito – adesso vogliamo darci un’identità precisa”, aggiunge. Ma l’idea non è, spiega, quella di una scissione rispetto al Pdl, bensì di un confronto da aprire nei gruppi parlamentari.
“Nessuno ha tradito oggi – spiega il ministro Umberto Lupi lasciando la riunione di ‘dissidenti’del Pdl – sono contento, oggi ha vinto l’Italia. Abbiamo lavorato per una maggioranza molto forte e siamo contenti di aver portato sulle nostre posizioni tutto il Pdl, grazie alla sintesi fatta da Berlusconi”. La riunione dei ‘dissidenti’ Pdl è terminata attorno alla mezzanotte e mezza. Andando via il ministro Beatrice Lorenzin, è stata contestata da alcuni malati e disabili che protestano giorno e notte davanti Montecitorio. Lorenzin si è fermata a parlare con loro. Sui metodi sperimentali, ha spiegato, “ho fatto la legge per la sperimentazione e umanamente vi sono vicina ma non posso sostituirmi alla valutazione dei medici e degli scienziati e alle regole”.
Ieri in Parlamento “ho dovuto masticare un boccone amaro ma non è ancora finita” confida Daniela Santanchè in una intervista alla Stampa. “Verdini ‘non ha sbagliato niente. Perdere una battaglia non significa perdere la guerra” – prosegue l’onorevole che parlando anche con Repubblica aggiunge che Angelino Alfano farà la stessa fine di Gianfranco Fini: “Anche Fini era il grande vincitore. Per i sondaggi e per tutti i giornali. Era applaudito dal centrosinistra. Era acclamato come il salvatore della patria. Mi sa dire dov’è ora Fini?”. Per lei, chi ha vinto è comunque Berlusconi “è un genio”, è “come il Crodino, fa impazzire il Pd”. Certo, se nel partito adesso “inizieranno a tagliare davvero le teste, questo non potrà più essere il mio partito. Non si può chiedere più democrazia e poi non darla”. Quanto all’ipotesi di nuovi gruppi, “non credo che reggeranno. Ne parleremo quando diventeranno, se mai lo diventeranno, realtà”. Ieri comunque “non è finita l’era Berlusconi. Ne è iniziata una nuova. E io sono in prima linea”. “Da oggi siamo in un altro mondo. E io ho votato la fiducia. Ma, mi ascolti bene, l’ho votata a Berlusconi, non al governo Letta”.
La nascita di nuovi gruppi Pdl – per Fabrizio Cicchitto “è una questione tutta da vedere. Al Senato, poi, la situazione è tranquilla vista anche la guida di Schifani”. Così Fabrizio Cicchitto, lasciando la riunione dei ‘dissidenti’ Pdl. A chi gli domanda dell’ipotesi di una scissione Cicchitto risponde: “non abbiamo esaminato questo termine nemmeno lontanamente. Non avremo un atteggiamento scissionista ma nemmeno di appiattimento”.
Dura il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che in una intervista a Repubblica rivela: Nel Pdl “è in atto un confronto tra due classi dirigenti che stanno diventando sempre più incompatibili e che hanno due visioni diverse sul Paese e sul metodo che dobbiamo usare tra di noi per prendere le decisioni. In Parlamento – sottolinea – alla fine Berlusconi ha fatto “quello che noi avevamo chiesto fin dall’inizio”. E parlando anche con l’Unità dice che non c’è stato “nessun parricidio, non uccidiamo il padre politico, anzi l’abbiamo protetto dall’estremismo”. Ieri “c’è stata una rappresentazione plastica della frattura, rafforzata dai documenti di adesione al progetto di Alfano. Noi siamo il Pdl, per aderire a Forza Italia ci dovrebbe essere un chiarimento molto forte sulla linea politica e l’ideologia”. E il punto non è “dove andiamo, ma dove restiamo”. A proposito delle dimissioni da ministri, Lorenzin chiarisce che la pattuglia del Pdl al governo ha accettato di rassegnarle, ma “abbiamo ritenuto inaccettabili le modalità di quella richiesta, e l’idea stessa di far cadere il governo. L’Italia non se lo può permettere”. Ma non ci sono ‘traditori’, solo un modo di ”difendere Berlusconi diverso da chi vuole occupare gli aeroporti o accamparsi sotto il Quirinale. Alfano ha detto diversamente berlusconiani, io dico normalmente berlusconiani. Si può ancora essere normali?”. L’area politica “che rappresentiamo – sottolinea – fa riferimento al Partito Popolare europeo, un partito moderato”.