Il delicato dossier, un caos senza precedenti, è sul tavolo del segretario dem e di Giuseppe Conte. E di di un incontro imminente. Forse un vertice via ‘zoom’ che, spiegano fonti locali dei due partiti, dovrebbe tenersi a breve.
Intanto continua la girandola di nomi. E continuano i contatti a livello locale soprattutto in casa dem, che si trova in particolare difficoltà. Non a caso l’annunciata riunione con il commissario regionale Stefano Graziano e il responsabile Enti Locali Francesco Boccia è saltata. Convocazione poi smentita dai dem. Dopo che quella era stata disertata da diversi dirigenti calabresi. In quell’occasione Graziano aveva rimesso il mandato a Boccia. Che ha respinto le dimissioni e rinnovato la fiducia al commissario. “E al suo lavoro unitario riconosciuto da tutti gli esponenti locali”. Ma il partito è allo sbando.
“C’è da ricompattare il partito e il rapporto con i dirigenti locali“, si spiega dal Pd calabrese. Tra i nodi da sciogliere c’è anche quello per la scelta del candidato sindaco alle prossime comunali a Cosenza. Un dossier che si è complicato dopo il post con cui Anna Falcone, tra i partecipanti al tavolo cittadino del centrosinistra, ha detto no all’alleanza con quelli che ha definito “partiti personali” e ”clientelari”
Il nome della Falcone era circolato come possibile candidata di un fronte unitario capace di comprendere anche M5s e Pd. “Ma nessuno glielo aveva chiesto”, trapela oggi dal Pd calabrese. Lo schema, fanno sapere i dem, resta quello di un candidato civico capace di fare da collante per uno schieramento il più ampio possibile. Una donna sarebbe meglio. Per questo, candidati di parte come i deputati Antonio Visconi (Pd) o Carmelo Misiti al momento restano sulla sfondo. Tra i nomi che circolano ci sono quelli dell’editore Florindo Rubettino, del re delle cravatte Maurizio Talarico, del filosofo Nuccio Ordine, della leader delle Sardine Jasmine Cristallo.
Una imbarazzante vicenda ha visto protagonista il Pd nell’ottica delle prossime elezioni Regionali in Calabria. Dopo un iniziale ripensamento, il reggino Nicola Irto ha annunciato il ritiro dalla corsa per diventare presidente, ma la vicenda ha generato non poco disappunto. Indecisioni, passi indietro, velate frecciatine per il partito del segretario Enrico Letta si è trattato di un vero e proprio “psicodramma”.
Il centrodestra aspettava l’ufficializzazione di Roberto Occhiuto nella giornata di sabato ma la nota stampa dei leader nazionali non è arrivata.
La nomina in realtà è ancora ferma perché si tratta sulla vicepresidenza che la Lega di Matteo Salvini vorrebbe vedere confermata a Nino Spirlì che per qualche mese ha sperato di poter essere lui il candidato presidente. Ma Occhiuto non gradirebbe l’ipotesi e, inoltre, anche Fdi pretende qualche riconoscimento dopo aver messo da parte l’ipotesi Wanda Ferro.
Il Pd con la gestione della candidatura di Nicola Irto ha fatto un clamoroso autogoal e adesso Enrico Letta e Francesco Boccia si trovano contro i dem calabresi che hanno boicottato gli ultimi due tentativi di riunione che il responsabile Enti Locali ha fatto per cercare di trovare una soluzione. A Roma si continua a parlare di una candidatura al femminile che possa convincere definitivamente il M5s e Giuseppe Conte che vuole l’alleanza per le regionali, ma l’aver stroncato la candidatura scelta in Calabria dai dirigenti calabresi ha aperto una lacerazione interna al Pd che sarà difficile sanare. La leader delle Sardine Jasmine Cristallo, invece, ha fatto sapere di non essere interessata alla candidatura alla presidenza ma soltanto a lavorare per allargare al massimo la coalizione.