L’Europa e lo spettro del populismo che avanza

Eclissi della cultura socialdemocratica e di quella cristiano-cattolica.

In molti Paesi europei, i partiti cosiddetti populisti avanzano perché si sono trovati il vuoto davanti. Cioè determinato dalla crisi profonda che ormai attanaglia le tradizionali culture politiche, (affermatesi a partire dal 1945) socialdemocratica e cristiano-cattolica. I partiti che si ispirano a tali culture, pur mantenendo il potere in alcuni Paesi, sembrano reggersi su basi vacillanti ed incerte, senza leader di valore, senza aver nulla dire.Analizziamone, per quanto possibile, le cause.Per la cultura politica socialdemocratica, la spiegazione sembra quasi scontata. La presenza della classe operaia e dei sindacati che la rappresentava, è ormai un flebile ricordo. Con la crisi, poi, la spesa pubblica si è assottigliata sempre di più per cui progressivamente è venuto meno il consenso degli elettori.Ma perché vacilla un po’ovunque la cultura politica cristiana? La ragione va ricercata nella crisi profonda che l’identità cristiano-cattolica ha conosciuto nel suo rapporto con la propria storia. Un’impietosa e superficiale rivisitazione del suo passato (dalle crociate al colonialismo europeo e nord americano), amplificata negli ultimi decenni da una mirata campagna di diffusione mediatica, culminata dalle reiterate richieste di perdono che Giovanni Paolo Secondo, indirizzò ai più svariati destinatari, che sicuramente è sembrata convalidare una visione colpevolizzante del ruolo della presenza cristiana nel mondo.Una visione a cui gli intellettuali cattolici non hanno saputo opporre nulla, intimoriti di non essere al passo con i tempi e con le nuove mode intellettuali. Per questi motivi nel sentire comune di molti cattolici si è diffuso, come un virus, l’avversione per la politica e quindi in astratto una rinuncia ad impegnarsi in tale campo.Quindi è come se il cristianesimo-cattolico si fosse ritirato dalla Grande Storia, dalla sfida reale, dall’impegno concreto nella società.A determinarne l’abbandono dalla scena storico politica ha contribuito anche l’abbandono progressivo della secolarizzazione. Come non pensare che l’abbandono di cui sopra non abbia significato il richiamo perentorio ad allontanarsi dalla vita pubblica? Da quella sfera pubblica per eccellenza che è la politica? Come non pensare che il Cristianesimo, cosi facendo, non faccia altro che adeguarsi a ciò che da lui si pretende? Ma questo modo di porsi inevitabilmente darà la stura all’affermazione di principi etici e morali che sicuramente potranno danneggiare l’immagine del cristianesimo più di quanto abbiano potuto fare le crociate e il colonialismo.

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