Trovare un rifugio che gli garantisca la sopravvivenza. È questa la strategia adottata dal virus Hiv per mantenersi attivo nel sistema immunitario. E per farlo non esita a indurre alterazioni genetiche in un sottotipo di cellule del sistema immunitario in modo da farle rispondere ai suoi bisogni.
L’hanno scoperto i ricercatori dell’Unità di Biosicurezza della terapia genica e mutagenesi inserzionale dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget), in collaborazione con l’Unità di Immunopatogenesi dell’AIDS e con l’Unità di Malattie infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.
Tra le funzioni delle cellule T regolatorie c’è la modulazione della risposta immunitaria: sono queste cellule a ‘spegnere’ il sistema immunitario quando è necessario. Il fatto che Hiv ne influenzi la sopravvivenza e la proliferazione, dunque, potrebbe implicarne un ruolo nel proteggere il virus, contenendo l’attacco di altri linfociti.
Le speranze per combattere il virus dell’hiv con lo sviluppo di un vaccino efficace continuano ad aumentare. È stato, infatti, appena creato un nuovo anticorpo che si è dimostrato capace di attaccare ben il 99% dei ceppi del virus. A svilupparlo sono stati i ricercatori dei National Institutes of Health degli Stati Uniti, in collaborazione con la casa farmaceutica Sanofi, secondo cui questo nuovo super-anticorpo, per ora testato solo nei primati, è stato in grado di attaccare tre regioni fondamentali del virus, rendendo così la resistenza dell’Hiv ancora più difficile.
C’è da premettere che lo sviluppo di un vaccino efficace contro l’hiv è estremamente complesso, sia per la capacità incredibile del virus di mutare continuamente, sia per la difficoltà di sviluppare anticorpi neutralizzanti (bnAbs), ovvero anticorpi che si legano a specifiche regioni sulle proteine di superficie del virus, neutralizzandolo. In questo nuovo studio, invece, i ricercatori sono riusciti a progettare un anticorpo tri-specifico(Abs), ovvero che consente a una singola molecola di interagire con tre regioni indipendenti dell’Hiv: il sito di legame Cd4, la regione esterna della membrana (Mper) e il peptidoglicano della Gp120 . In altre parole, gli autori dello studio sono riusciti a combinare tre anticorpi in un anticorpo unico ancora più efficace. ‘È molto più potente e ha un spettro di ampiezza maggiore di qualsiasi singolo anticorpo naturale finora scoperto’, spiega alla Bbc uno degli autori dello studio, Gary Nabel. ‘Stiamo finalmente raggiungendo un’immunità prossima al 99%’.