Anche i laboratori dell’ospedale di Tiro e di Bint Jbeil, tra i piu’ importanti presidi sanitari del Sud del Libano, hanno due nuove moderne apparecchiature per analizzare i tamponi, strumenti necessari e indispensabili per accertare i casi di positivita’ al Covid -19. I macchinari, come riferisce un comunicato, sono stati donati dal contingente italiano di Unifil, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Sud del Libano, nel corso di una simbolica cerimonia alla quale hanno preso parte il comandante del contingente italiano, generale Andrea Di Stasio, il sindaco di Tiro, Hassan Mohammed Nabouq, il sindaco di Bint Jbeil, Afif Bazzi, e personale sanitario degli ospedali governativi delle due municipalita’. Oltre alla strumentazione, sono stati donati 600 kit diagnostici nel quadro dei progetti di cooperazione civile-militare promossi dal contingente per la lotta all’emergenza Coronavirus nel Sud del paese. L’attrezzatura, acquistata con fondi del ministero della Difesa italiano, si basa sulla metodica molecolare di reazione a catena della polimerasi (Pcr), messa a punto in base alla sequenza genetica del virus Sars-Cov-2. Il tampone viene mandato in un laboratorio specializzato e, grazie a questo genere di apparecchiature, sara’ possibile confermare o meno la presenza del virus, per poi procedere all’isolamento delle persone infette.
Unanime e’ stato il ringraziamento dei medici e dei primi cittadini di Tiro e Bint Jbeil al contingente italiano e in particolare all’Italia, non solo per la consueta vicinanza al popolo libanese, ma anche per la tempestivita’ della donazione, frutto di un efficace coordinamento tra le autorita’ politiche e sanitarie locali, gli specialisti della cooperazione civile-militare del contingente italiano di Unifil e il Comando operativo di vertice Interforze dello Stato Maggiore della Difesa a Roma. L’assistenza al governo libanese, insieme al monitoraggio della cessazione delle ostilita’ e al supporto alle forze armate libanesi, e’ uno dei compiti assegnati al contingente italiano di Unifil nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.