La comunità internazionale si prepara a rispondere alle prime esigenze del dopo-Gheddafi in Libia nella Conferenza che si tiene oggi a Parigi. L’appuntamento deve servire a dare “sostanza politica alla vittoria militare”. Nella capitale transalpina, quasi sei mesi dopo il vertice con cui fu lanciata l’idea di una azione militare, sono attesi il tra gli altri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la cancelliera Angela Merkel, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il segretario generale della Lega Araba Nabil al-Arabi oltre ai vertici del Cnt. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha voluto una conferenza “allargata” anche ai paesi anche a molti Paesi che si sono schierati contro l’intervento armato in Libia. Oltre al “gruppo di contatto” a Parigi interverranno la Russia. Cruciale è considerata la presenza di Cina e Turchia per gli equilibri geopolitici locali ed economici mondiali per il dopo Saddam. Intanto il governo algerino ha smentito la notizia secondo cui avrebbe dato asilo al Colonnello in fuga da Tripoli e sottolinea di aver concesso il diritto di transito ad alcuni familiari di Gheddafi solo per “motivi umanitari”. L’Algeria, per bocca del suo ministro degli Esteri Mourad Medelci, si è detta pronta a riconoscere il Cnt quando dovesse iniziare a formare un governo che rappresenti “tutte le regioni” in Libia attraversate dal conflitto. Il Comandante militare del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) crede che Muammar Gheddafi si trovi a Bani Walid. Si tratta di un centro a sudest di Tripoli. Nei giorni scorsi fonti diplomatiche libiche avevano affermato che il colonnello si trovasse lì. Secondo il quotidiano Liberation, alla Francia andrebbe il 35% del greggio libico in cambio del sostegno fornito da Parigi al Consiglio nazionale transitorio nella lotta contro il regime del colonnello Gheddafi. La promessa fatta a Sarkozy dal Fronte popolare per la liberazione della Libia porterebbe la data di aprile. Il quotidiano francese pubblica oggi copia di una lettera in arabo del Fronte popolare, datata 3 aprile, due settimane dopo l’inizio dell’intervento militare fortemente voluto da Parigi, nella quale i ribelli anti Gheddafi farebbero riferimento a un accordo che prevede il 35% del petrolio libico in cambio del sostegno francese alla loro lotta.
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