Libia: accuse di pulizia etnica a Murzuq, oltre 2.200 famiglie arabe sfollate

Piu’ di 2.200 famiglie arabe sono state sfollate dalle loro case a Murzuq, nel sud della Libia, da uomini armati delle tribu’ Tebu e da estremisti islamici. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” l’attivista locale Wesam Tag Aldeen. “I miliziani Tebu dell’opposizione armata ciadiana e gli estremisti islamici libici hanno attaccato domenica mattina (18 agosto) diversi quartieri arabi della citta’, in particolare le zone densamente popolate di Al Fateh e Al Mgaryef, usando l’artiglieria pesante, mortai e missili Grad”, ha detto Tag Aldeenm, parlando di “numerosi morti e feriti”. Secondo l’attivista, la forza d’attacco “e’ composta da alcuni uomini armati delle tribu’ libiche Tebu, un gran numero di membri dell’opposizione ciadiana ed estremisti appartenenti al Consiglio della Shura dei Mujaheddin di Bengasi”. La tribu’ dei Tebu e’ un gruppo etnico sahariano, di origine etiope, presente ai confini di Libia, Ciad e Niger. Dal 2011 il sud della Libia e’ teatro di una lotta tra i Tebu e diverse tribu’ arabe per il controllo delle rotte transfrontaliere attraverso cui transitano merci e bestiame, ma anche migranti, sigarette, droghe ed armi; si tratta di una vastissima area desertica che confina con l’Algeria, il Niger ed il Ciad e che sfugge all’autorita’ di Tripoli. La zona di Murzuq e’ tornata di recente al centro di un conflitto tra il Governo di accordo nazionale (Gna), l’organo esecutivo libico con sede a Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite, e l’Esercito nazionale libico (Lna) comandato dal generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che dal 4 aprile scorso assedia Tripoli.

Il Gna e’ presente nell’area di Murzuq con la cosiddetta Forza di protezione del sud, accusata dalle forze dell’Lna di essere un’alleanza di milizie Tebu e di estremisti dello Stato islamico. “La citta’ di Murzuq ha assistito per giorni a feroci scontri guidati da gruppi mercenari ciadiani e dall’Is. Credo che lo Stato islamico sia ora con la Forza di protezione del sud che e’ stata creata da Sarraj per sfollare la popolazione di Murzuq”, ha detto Ahmed al Mismari, portavoce dell’Esercito nazionale libico, durante una conferenza stampa tenuta ieri sera. Secondo l’ultimo bilancio fornito dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Medio Oriente (Ocha), almeno 90 civili sono stati uccisi e 200 feriti nei violenti scontri a Murzuq, nel sud della Libia. Wesam Tag Aldeen ha spiegato a “Nova” che “la maggior parte delle famiglie arabe sono state trasferite nella citta’ di Wadi Otbh, 50 chilometri a nord, mentre le case arabe di Murzuq sono state bruciate: il fumo e le fiamme sono stati visti da 30 chilometri di distanza”. Gli sfollati vivono ora in “scuole e spazi aperti e non hanno ricevuto assistenza umanitaria, a parte un piccolo sostegno da parte della Mezzaluna rossa”, ha aggiunto l’attivista, lanciando un appello alle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali. “Servono aiuti umanitari per gli sfollati a Wadi Otbh. Bisogna inoltre creare una commissione per accertare i fatti e identificare i responsabile di questa pulizia etnica”, ha concluso l’attivista.

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