Italian Prime Minister Giuseppe Conte (C) shakes hand with Libya Chief of Staff, Marshall Khalifa Haftar (R), and the Chairman of the Presidential Council of Libya, Fayez al-Sarraj (L), at the "Conference on Libya" in Palermo, Sicily island, Italy, 13 November 2018. ANSA/FILIPPO ATTILI/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Libia: Conte riunisce Sarraj e Haftar

Riunione a Villa Igiea a Palermo con il premier Giuseppe Conte e i leader libici Fayez al Sarraj e Khalifa Haftar. All’incontro, a margine della Conferenza per la Libia, partecipano anche il premier russo Dmitri Medvedev, il presidente dell’Egitto Al Sisi, il presidente della Tunisia Essebsi, il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, il ministro degli Esteri francese Le Drian, il premier algerino Ouyahia e l’inviato Onu per la Libia Salamè.

Il generale libico Khalifa Haftar e il premier del governo di unità nazionale Fayez al Sarraj si sono stretti la mano, alla presenza del premier Giuseppe Conte, nel corso dell’incontro a Palermo a margine della conferenza sulla Libia. I due leader rivali si sarebbero anche scambiati un bacio.

‘Non si cambia cavallo mentre si attraversa il fiume’, è quanto ha detto, secondo fonti diplomatiche presenti all’incontro, Haftar nel corso della riunione a Palermo con il presidente del governo di unità nazionale libico Fayez al Sarraj. Parole che, sottolineano le stesse fonti, si riferiscono ad un’assicurazione da parte di Haftar a Sarraj che potrà restare al suo posto fino alle elezioni libiche.

‘Siamo sempre in stato di guerra e il Paese ha bisogno di controllare le proprie frontiere’,   ha detto il generale Haftar parlando al microfono di una televisione libica a Palermo: ‘Abbiamo frontiere con la Tunisia, Algeria, Niger, Ciad, Sudan ed Egitto e la migrazione illegale viene da tutte le parti’, ha aggiunto Haftar sottolineando che il fenomeno favorisce l’ingresso di miliziani e terroristi islamici: ‘I leader di questi stati sicuramente hanno un punto di vista su questo tema e devono aiutarci almeno controllando le loro frontiere in maniera di non permettere l’immigrazione clandestina che ci crea il problema delle milizie, al-Qaida, Daesh movimento islamico e integralisti che entrano attraverso le nostre frontiere’.

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