Bruno Cacace l'ostaggio liberato in Libia al suo arrivo all'aeroporto Sandro Pertini di Torino, 5 Novembre 2016 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Libia e Bruno Cacace: ‘Là non torno’

BORGO SAN DALMAZZO (CUNEO). ‘Se torno in Libia le mie figlie mi sparano, non posso tornare’, Bruno Cacace, il tecnico italiano rapito in Libia e liberato venerdì dopo un mese e mezzo di prigionia, parla nel cortile di casa a Borgo San Dalmazzo. Con lui c’è la figlia Stefania e la mamma, Maria Margherita Forneris. In serata è previsto l’arrivo dell’altra figlia, Lorenza, che vive a Parigi. Io piango poco, ma le mie figlie hanno pianto molto, racconta il tecnico italiano, che dice di star bene e di avere dormito questa notte.  E parlando del giorno in cui è stato rapito dice: ‘Ho capito subito che non volevano solo la macchina, ho capito subito che era un’altra cosa. Fortuna che siamo qui a raccontarlo…’.

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