epa06108784 French President Emmanuel Macron walks with Libyan Prime Minister Fayez al-Sarraj (R) and General Khalifa Haftar (L), commander in the Libyan National Army (LNA), before a meeting for talks over a political deal to help end Libyas crisis in La Celle-Saint-Cloud near Paris, France, 25 July 2017. EPA/PHILIPPE WOJAZER / POOL MAXPPP OUT

Libia e Macron: ‘Grandi progressi per pace’

Il presidente francese, Emmanuel Macron, si sta dando decisamente da fare sul fronte internazionale.  Un attivismo che, comunque, non sta regalando grandi successi in patria al neo-presidente. In un mese il suo indice di gradimento è calato del 10 per cento e l’autunno, con la battaglia sulla Loi Travail, non promette nulla di buono.

Macron sembra essere riuscito a portare la pace laddove Nicolas Sarkozy portò solo la guerra trascinando tutta l’Europa in una avventura sino a poche ore fa senza soluzione. L’Italia resta ai margini, esattamente come ai tempi del governo di Silvio Berlusconi che a Gheddafi baciava le mani mentre il presidente  francese dell’epoca  si preparava a bombardare Tripoli,  e il dittatore,  senza avere una soluzione politica adeguata per il dopo. Quel che è avvenuto dopo è noto a tutti e ne paghiamo ancora le conseguenze. Se queste sono le premesse, l’attivismo di Macron sul fronte nord-africano può solo promettere il peggio. Ovviamente, oggi, le opposizioni faranno il tiro al bersaglio sul governo Gentiloni.

‘Nel corso dell’incontro vi siete impegnati a rinunciare alla lotta armata salvo quella contro i gruppi terroristici e quindi il processo innanzitutto di cessate il fuoco che è essenziale per qualsiasi progresso. Tramite questo cammino, la pace, la riconciliazione nazionale potranno essere ricostruite’, dice il presidente francese Emmanuel Macron nella conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio presidenziale libico Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar, dopo l’incontro a Parigi.

Haftar, in abiti civili e senza la divisa, ha stretto la mano a favore di telecamere e giornalisti al presidente al-Sarraj, davanti a Macron. Il presidente francese ha affermato in proposito che  Haftar e al-Sarraj possono diventare simboli dell’unità nazionale e di un impegno per la riconciliazione e per la pace.

Desidero dirlo con grande solennità,  ha aggiunto il presidente francese,  il coraggio da voi dimostrato oggi è un elemento storico, è davvero quello di assumervi il rischio, malgrado tutto ciò che sarebbe potuto succedere, di lavorare insieme per un processo di riconciliazione nazionale e di costruzione di una pace duratura.

Per Macron  la causa della pace in Libia ha fatto grandi progressi. Il presidente francese ha voluto anche ringraziare l’Italia per l’impegno in Libia e il mio amico Paolo Gentiloni che si è molto adoperato e con il quale abbiamo parlato molto in preparazione della dichiarazione odierna. Ovvero, una pacca sulla spalla per dire: ‘Gentiloni, stai tranquillo…’.

Macron ha poi annunciato che Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar sono d’accordo per andare verso un processo elettorale in Libia la prossima primavera. Ciò avverrà naturalmente nel contesto dell’accordo di Skhirat, ha precisato, parlando di una riconciliazione politica inclusiva.

 Ovviamente le opposizioni faranno il tiro al bersaglio sul governo Gentiloni ma gli unici che possono legittimamente contestare il comportamento del governo sono i pentastellati, non coinvolti oggi e non coinvolti ieri.
 Da tempo la politica estera dell’Italia è debole, guidata con scarsa autorevolezza, priva di una visione strategica. E pensare che tutto questo possa essere garantito da una figura criticabile e sbiadita come Angelino Alfano è esercizio veramente complicato e destinato a essere coronato da insuccesso.

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