This image Tuesday, June 14, 2016 made from Associated Press video shows, Armed Misrata fighters loyal to the unity government on the main street of Sirte. A Libyan hospital spokesman says many pro-government fighters have been killed and tens wounded in latest fighting for the Islamic State group's bastion of Sirte. Libyan forces loyal to the unity government have been waging an offensive since last month to dislodge the militants from the coastal city. (AP Video via AP)

Libia, Obama autorizza missione di 30 giorni

Barack Obama ha autorizzato una missione di 30 giorni in Libia contro l’Isis. Lo riporta Fox, secondo la quale gli Stati Uniti hanno lanciato almeno sette raid da lunedì. Nella guerra di Sirte contro l’Isis entrano in gioco, quindi,  anche gli Stati Uniti. Sono iniziati ieri i primi raid Usa contro lo Stato Islamico nella loro roccaforte libica infliggendo ai jihadisti pesanti perdite. Le prime missioni aeree di precisione,  che hanno preso di mira anche carri armati e altri mezzi,  sono state autorizzate, come si diceva,  da Barack Obama, su raccomandazione del segretario alla Difesa Ash Carter e dietro richiesta del premier libico sostenuto dall’Onu, Fayez al Sarraj. E hanno incontrato il favore dell’Italia che incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e pace ai libici. ‘Valuteremo se ci saranno richieste, naturalmente se prenderemo decisioni ne informeremo il Parlamento’, dice il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Uno Mattina dopo i raid Usa in Libia, alla domanda sull’ipotesi dell’uso della base di Sigonella. La cosa che gli italiani devono sapere,  ha detto,  è che si tratta di interventi mirati contro le posizioni di Daesh attorno a Sirte, città costiera diventata la roccaforte di Daesh in Libia e  credo sia un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire. L’offensiva militare di Washington a sostegno delle forze del governo di Tripoli, già impegnate sul campo, apre di fatto un nuovo fronte di guerra degli americani nella lotta all’organizzazione terrorista. La caduta di Sirte, dove secondo il Pentagono sono presenti circa 1.000 combattenti Isis,   infliggerebbe infatti un duro colpo ai tagliagole del Califfo già pesantemente bombardati in Siria e in Iraq. Ad annunciare le operazioni è stato lo stesso Sarraj in un discorso alla tv: ‘Sono iniziati i primi raid americani che hanno colpito postazioni jihadiste, infliggendo loro pesanti perdite’. Il suo governo aveva chiesto un sostegno diretto agli Stati Uniti per effettuare missioni in città. Sarraj ha confermato allo stesso tempo il rifiuto del suo governo ad ogni tipo di ingerenza straniera senza mandato o autorizzazione del governo di intesa nazionale. Un riferimento diretto alla Francia, ma mai citata nel suo discorso,  che proprio qualche giorno fa aveva ufficializzato la presenza di forze speciali impegnate in Libia senza il consenso di Tripoli. Sarraj ha aggiunto che la richiesta fatta agli americani di operare nella sola area di Sirte e per un periodo di tempo limitato con raid aerei e senza truppe sul terreno,  opzione quest’ultima confermata anche dal Pentagono,  è stata presentata dal Consiglio presidenziale in coordinamento con la ‘Operation Room’ al Bonyan al Marsous che opera da quasi tre mesi a Sirte. Il generale Mohamed al Ghasri, portavoce delle milizie che partecipano all’operazione militare per la liberazione di Sirte dall’Isis precisando che nei bombardamenti sono stati distrutti un blindato e due depositi di armi. Ghasri non ha fornito un bilancio sulle eventuali vittime. La pagina Facebook dell’operazione delle milizie al Bonyan al Marsous a Sirte scrive che le forze internazionali hanno condotto ieri almeno 5 raid contro vari obiettivi di Daesh e alcuni loro veicoli.

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