Riprendono i voli dall’aeroporto di Benina di Bengasi verso i giacimenti petroliferi libici, dopo tre anni di stop. Secondo quanto ha annunciato la compagnia petrolifera Arabian Gulf Oil Company (Agoco), tramite il suo ufficio stampa, “i voli da e per l’aeroporto di Benina verso i nostri giacimenti riprenderanno a partire dal 18 giugno, dopo la ristrutturazione di una parte dello scalo di Bengasi”. La decisione di riprendere i voli e’ stata presa dopo una riunione con il direttore dell’aviazione locale dopo le lamentele degli operatori petroliferi che negli ultimi anni avevano difficolta’ a raggiungere i giacimenti in diverse parti della Libia a causa della chiusura ai voli civili dello scalo.
Il presidente della compagnia petrolifera libica National Oil Company (Noc), Mustafa Sanallah, ha annunciato questa settimana che “la produzione di petrolio e’ arrivata in Libia a superare gli 808 mila barili al giorno”. Il funzionario libico, citato dal sito web informativo “Al Wasat”, ha auspicato che “la produzione possa ancora aumentare e ci aspettiamo che entro la fine dell’anno si possa arrivare a produrre un milione e 250 mila barili di petrolio al giorno”. Questo grazie al fatto che “la situazione nella zona della Mezzaluna petrolifera e’ ora tranquilla e sicura”. Lo scorso mese di maggio la produzione di petrolio in Libia ha superato gli 800 mila barili al giorno per la prima volta dal 2014, ma secondo Sanallah per oltrepassare la soglia di 1 milione di barili e’ necessario sbloccare una disputa commerciale con la societa’ tedesca Wintershall, innescata con un decreto emesso dal Consiglio di presidenziale di Tripoli, che consente all’organo esecutivo sostenuto dall’Onu di negoziare accordi di investimento con la societa’ straniera.
Insieme alla Nigeria, la Libia e’ stata esclusa dall’accordo rinnovato il 25 maggio scorso a Vienna dagli Stati membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) sul taglio di 1,8 milioni di barili al giorno. A causa dell’instabilita’ politica, sociale ed economica, la produzione di petrolio libica e’ notevolmente al di sotto di quella dell’era di Muhammar Gheddafi. Nel 2011 la Libia produceva 1,6 milioni di barili al giorno, ed e’ calata fino a 200 mila barili al giorno, ma con la riapertura dei terminal principali lo scorso anno e’ risalita. Secondo quanto detto dal governatore della Banca centrale libica di Tripoli, al Sadiq al Kabir, i danni subiti dalla Libia per la chiusura degli impianti e degli oleodotti, provocata dalle milizie locali nel paese negli ultimi cinque anni, superano i 160 miliardi di dollari. “Il valore delle esportazioni di greggio e’ sceso dai 53,3 miliardi di dollari del 2012 ai 4,8 miliardi del 2016. Si tratta di un calo del 90 per cento tra il 2012 ad oggi e siamo arrivati ad esportare solo 4,8 miliardi di dollari a causa dello scontro politico in corso e della chiusura degli impianti”, ha spiegato il governatore.