“Il Memorandum siglato con l’Italia è un punto di svolta nella lotta all’immigrazione clandestina, perché allarga il raggio di azione dalle coste ai confini meridionali della Libia. Oltre a trattare con la dovuta importanza gli aspetti umanitari e fissare responsabilità allargate”. Lo ha dichiarato il premier libico, Fayez al-Sarraj, in un’intervista alla Stampa, convinto della bontà dell’intesa raggiunta tra il suo Governo di accordo nazionale, l’Italia e l’Europa. “Il Memorandum pone innanzi tutto l’accento sulla responsabilità allargata di tutti sul contrasto al traffico di esseri umani: Libia, Italia ed Europa – sottolinea al-Serraj – . Abbiamo chiesto al vostro Paese di aiutarci ad affrontare il problema valutando in particolare gli aspetti umanitari del problema, tutelando il più possibile i migranti e non parlando solo di centri di detenzione. E all’Europa di sostenerci con forniture di strumentazione e mezzi per la sorveglianza anche nel Sud, restando ferma la cooperazione con la missione Sophia. Ci sono molti dettagli di cui abbiamo parlato in questo accordo che ritengo cruciale, sebbene qualcuno pensa che sarà un fallimento. Forse chi lo dice non lo hanno neppure letto”.
Il premier libico dice di essere “rimasto molto sorpreso” del mancato incontro con Haftar al Cairo: “ero mortificato per il popolo libico. Ad oggi il perché non è chiaro. Sarebbe stato un passaggio importante per avviare un percorso di ricostruzione politica e militare, per combattere i terroristi assieme, potevamo inaugurare una nuova fase. Proseguiremo comunque su un percorso inclusivo invitando tutte le parti al tavolo negoziale”.Per quanto riguarda le priorità su cui dovrebbe lavorare l’Onu, Serraj ribadisce che “il sostegno della comunità internazionale deve essere dimostrato con fatti e non solo a parole, per dare un segnale al popolo libico, perché la nostra gente possa avere prova che l’Onu ha a cuore il destino dei libici”. Dalla Russia “ci aspettiamo un atteggiamento costruttivo perché ha buoni rapporti con molti Paesi coinvolti nel dialogo libico. Ho visto Sergei Lavrov in diverse occasioni, sono stati incontri positivi, abbiamo molte cose in comune con la Russia”.
Invece con l’amministrazione Trump, spiega al-Serraj “la nostra relazione con gli Stati Uniti è assolutamente strategica specie nella lotta al terrorismo. I primi contatti sono stati molto positivi in termini di sostengo al Gna come confermano diverse dichiarazioni ufficiali e la prosecuzione dei radi anti-Isis. Non abbiamo visto cambiamenti drammatici di baricentro da parte Usa, ritengo che Trump proseguirà su questa strada”. L’Isis, infine, “è un rischio per tutto il mondo. Noi li abbiamo cacciati da Sirte grazie al coraggio della nostra gente e al sacrificio dei nostri martiri, abbiamo pagato un prezzo enorme nonostante l’aiuto della comunità internazionale. Da quella esperienza dobbiamo imparare: alcuni sono scappati nel deserto e questo significa che siamo ancora in guerra con loro e lo saremo sino a quando non ce ne sarà più traccia in Libia”.