Libia. Torture ed abusi nei centri di detenzione. Denunce da Msf

L’organizzazione umanitaria di Medici Senza Frontiere (Msf), ha denunciato abusi e torture subite dai detenuti nei centri di detenzione di Misurata. In una nota dell’organizzazione, si legge che le equipe impegnate nell’assistenza dei feriti di guerra, hanno registrato un numero crescente di pazienti con ferite causate da torture subite durante gli interrogatori, svolti al di fuori dei centri di detenzione. In totale, Msf ha riportato 115 casi, informando le autorità locali. “Alcuni funzionari hanno tentato di strumentalizzare e ostacolare le attività mediche”. “Ci hanno consegnato pazienti provenienti da interrogatori affinchè li stabilizzassimo per poterli nuovamente interrogare. Ciò è inaccettabile. Il nostro compito è quello di fornire cure mediche per feriti in guerra e detenuti malati, non di curare ripetutamente gli stessi pazienti per poter essere nuovamente torturati”. All’organizzazione è stato anche chiesto di curare i pazienti direttamente nei centri per gli interrogatori, richiesta che è stata respinta dall’organizzazione – si legge ancora nella nota -. Il caso più preoccupante ha avuto luogo il 3 gennaio scorso, quando i medici hanno curato un gruppo di 14 detenuti di ritorno da un centro per gli interrogatori situato fuori dalle strutture di detenzione. Nonostante le reiterate richieste di porre fine alle torture, 9 dei 14 detenuti avevano numerose ferite e presentavano evidenti segni di tortura.

Le equipe hanno informato il National Army Security Service – l’agenzia responsabile degli interrogatori – che diversi pazienti necessitavano del ricovero ospedaliero per ricevere cure mediche d’urgenza e specialistiche. Tutti i detenuti tranne uno, sono stati nuovamente privati di assistenza medica e nuovamente interrogati e torturati fuori dai centri di detenzione. Dopo aver incontrato varie autorità, il 9 gennaio l’organizzazione ha inviato una lettera ufficiale al Consiglio militare di Misurata, al Comitato di sicurezza di Misurata, al National Army Security Service e al Consiglio civile locale, chiedendo ancora una volta di porre immediata fine a ogni forma di violenza contro i detenuti “Nessuna azione concreta è stata intrapresa – fa sapere ancora Stokes -. Al contrario, la nostra equipe ha ricevuto quattro nuovi casi di tortura. Abbiamo perciò preso la decisione di sospendere le attività mediche nei centri di detenzione”. Msf è presente a Misurata da aprile 2011, nel pieno del conflitto libico.

 

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