Licenziamenti. Sacconi: “C’è rischio terrorismo”. Discutiamo su proposta Ichino

La polemica sui licenziamenti si mantiene molto calda e c’è il rischio che i toni forti facciano da battistrada ad atti di violenza grave. E’ questa la convinzione del ministro del lavoro Maurizio Sacconi. “Ho paura ma non per me perché sono protetto. Ho paura per persone che potrebbero non essere protette e proprio per questo diventare bersaglio della violenza politica” una violenza “he nel nostro paese non si è del tutto estinta”. Ai microfoni di Sky-Tg24 il responsabile del Welfare lancia l’allarme terrorismo. “’Italia -ha proseguito Sacconi- ha conosciuto l’anomalia di circa 40 anni di terrorismo. Oggi vedo una conseguenza, dalla violenza verbale a quella spontanea e organizzata che mi auguro non arrivi ancora anche all’omicidio come è già accaduto, l’ultima volta dieci anni fa con il povero Marco Biagi, nel contesto di una discussione simile a quella di oggi”.

A Maria Latella di Sky dice di non voler passare come il macellaio del lavoro perché “Il termine ‘licenziamenti facili è falso”. Piuttosto il Governo “sta lavorando alle protezioni dei lavoratori”, sperando che “anche le imprese facciano la loro parte. Anche collettivamente”. L’Europa ha fiducia “nell’Italia e negli impegni anticrisi promessi nella lettera di intenti recapitata al Consiglio Europeo”, sottolinea il ministro del Lavoro. E a voler stemperare l’aria apre alla proposta del senatore del Pd e giuslavorista Pietro Ichino sui tre anni di protezione per i lavoratori licenziati, pubblicata da Libero. Proposta che, per Sacconi, racchiude “idee molto simili alle nostre”. “La proposta di Ichino è molto interessante -spiega-. Noi abbiamo le stesse idee”. “Proseguiamo su questa strada e non su quella dello scontro imboccata dai sindacati”. Insomma per il ministro sulla proposta di cooperazione sull’art.18 lanciata oggi da Ichino dalle pagine del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro si può ragionare.

Le reazioni. “Spero che Sacconi parli perché ha elementi per parlare e non per inquinare un clima che è già difficile”. Susanna Camusso, intervistata da Lucia Annunziata a “In mezz’ora” su Rai 3, assicura che “la temperatura nelle fabbriche non sta salendo”. E sui licenziamenti avverte che i il sindacato non arretrerà di un millimetro. “Sul licenziamento non ci sediamo a nessun tavolo con il Governo”. “Con questo Governo –spiega la leader della Cigl- non ci sono le condizioni per discutere nemmeno della modifica del contratto di lavoro, ma dobbiamo parlare con Cisl e Uil”.

“Purtroppo il rischio c’è ma Sacconi farebbe bene a non evocare il terrorismo e a non creare spaccature che ha già creato nel mondo del lavoro con questa sua fissazione sui licenziamenti”. E’ il pensiero di Olga D’Antona, deputato del Pd, sul ritorno del terrorismo contro chi si occupa di temi legati al mondo del lavoro. “Quindi – insiste D’Antona – il ministro farebbe bene a non evocare il terrorismo e a non creare fratture del tipo che ha già creato”.

Ad attaccare gli intenti del governo in materia di licenziamenti ci ha pensato anche Gianfranco Fini. “Se come mi sembra di aver capito si tende soltanto a favorire la possibilità di licenziare, corriamo il rischio di veder moltiplicare un tasso di disoccupazione che da qualche anno a questa parte sta crescendo e che riguarda in particolar modo un’area del Paese”, ha detto il leader di Futuro e Libertà, Fini.

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