Il liceo del made in Italy è un nuovo percorso formativo che si potrà scegliere alla fine delle scuole medie e a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Nasce come iniziativa, parte di una legge voluta dall’attuale Governo italiano e promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, volta alla “valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”.
L’obiettivo di questo liceo è quello di fornire agli studenti la possibilità di «approfondire gli scenari storici, geografici, artistici e culturali dello sviluppo industriale e del tessuto produttivo del nostro Paese, ma anche di proiettarsi nel futuro con una solida formazione di base soprattutto nei campi economico, giuridico e tecnologico», ha spiegato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Non solo, questo nuovo percorso vuole essere un ponte tra la scuola e le aziende italiane, cercando di fornire agli studenti le competenze utili ad entrare nel mondo del lavoro.
Gli obiettivi del percorso sono stati dichiarati nella legge stessa (sì esatto, quella sulla “valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”) e prevedono che, a fine percorso, gli studenti arrivino:
ad acquisire conoscenze, abilità e competenze nelle scienze economiche e giuridiche, con particolare attenzione per le discipline matematiche, fisiche e naturali;
a sviluppare di competenze imprenditoriali, con un focus sulla promozione e valorizzazione degli specifici settori produttivi del made in Italy e del loro sviluppo industriale ed economico;
ad acquisire strumenti per la ricerca e l’analisi degli scenari storico-geografici e artistico-culturali;
a ottenere le competenze comunicative in due lingue straniere, con rispettivi livelli B1 e B2, potenziate da possibili attività formative in lingua straniera;
a sviluppare competenze trasversali e conoscenze connesse ai settori produttivi del made in Italy attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato.
A tutto questo si aggiungono competenze, abilità e conoscenze più specifiche, che riguardano le imprese del made in Italy e in particolare: la loro gestione, l’apprendimento di tecniche, di strategie di mercato e di strumenti per il supporto, per lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi e per la loro internazionalizzazione.
Come per le altre scuole superiori, anche per il liceo del made in Italy sarà possibile iscriversi online.
Le iscrizioni sono state aperte dal 23 gennaio al 10 febbraio 2024 ed era possibile inviare la domanda attraverso UNICA, la piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito che raccoglie tutti i servizi e gli strumenti utili agli studenti e alle loro famiglie.
Il liceo del made in Italy prenderà il posto dell’indirizzo economico-sociale del liceo delle scienze umane, ma solo nelle scuole che lo hanno scelto e che abbiano attualmente il vecchio profilo nella loro offerta formativa.
Le scuole che daranno vita al percorso del Liceo del made in Italy per l’anno scolastico 2024/2025 sono 114 in tutta Italia. In particolare, così divise per regioni:
22 in Campania;
17 in Sicilia;
12 in Lombardia;
12 nel Lazio;
9 in Puglia;
8 nelle Marche;
8 in Calabria;
6 in Abruzzo;
5 in Toscana;
3 in Liguria;
3 in Piemonte;
3 nel Veneto;
2 in Molise;
1 in Basilicata;
1 in Emilia-Romagna;
1 in Sardegna;
1 in Umbria.
Il 10 febbraio 2024 sono state chiuse le iscrizioni e, nonostante 114 scuole avessero scelto di dar vita al Liceo del Made in Italy, solo 375 studenti in tutta Italia hanno scelto di frequentarlo per il prossimo anno scolastico.
Quali materie si studiano al Liceo del Made in Italy?
Le materie di studio previste nel piano del biennio, con le rispettive ore per ogni anno, sono:
lingua e letteratura italiana, 132 ore;
storia e geografia, 99 ore;
diritto, 99 ore;
economia politica, 99 ore;
lingua e cultura straniera, 99 ore;
matematica (con informatica), 99 ore;
lingua e cultura straniera 2, 66 ore;
scienze naturali (biologia, chimica, scienze della terra), 66 ore;
scienze motorie e sportive, 66 ore;
storia dell’arte, 33 ore;
religione cattolica o attività alternative, 33 ore.
Solo un iscritto al Liceo Made in Italy di Crema (Cremona). Intorno al fatto, però, nei giorni scorsi si è venuto a creare un vero e proprio caso politico che, dalla stampa locale, è arrivato su tutti i principali quotidiani nazionali.
Liceo del Made in Italy a Crema: la lettera del preside ai genitori
Martedì 13 febbraio, il preside dell’Istituto Munari, Pierluigi Tadi, ha mandato una lettera ai genitori degli studenti iscritti alle classi prime del prossimo anno scolastico annunciando “un’importante modifica riguardante l’iscrizione“, come riportato dal quotidiano locale ‘La Provincia Cremona’.
“Al nostro istituto – queste le parole del preside riferite dal giornale cremonese – è stato concesso di avviare per il prossimo anno scolastico due classi di Liceo del Made in Italy in sostituzione dell’opzione economico sociale. Tuttavia, visto il rilevante numero di richieste di iscrizione per l’indirizzo economico-sociale e al fine di accontentare il maggior numero di famiglie, abbiamo deciso di mantenere per il prossimo anno entrambe le opzioni. Abbiamo provveduto a suddividere gli alunni nelle due classi sulla base delle richieste volontarie o, come estrema ratio, tramite sorteggio”.
Il malcontento dei genitori e degli alunni coinvolti è così diventato un caso politico.
“Al Munari partirà la classe del Made in Italy pur con un solo iscritto. La figuraccia del liceo utile solo per la propaganda verrà quindi mascherata dal dirigente sulle spalle degli studenti”, ha scritto sui social il segretario provinciale di Sinistra italiana Paolo Losco.
A fargli eco, il consigliere della Regione Lombardia del Partito democratico Matteo Piloni. “Il Liceo del Made in Italy – si legge su un post Facebook – ha registrato solo 375 iscrizioni in tutta Italia. Il Munari ha registrato un solo iscritto. Di fronte a questi numeri dovrebbe sembrare evidente a tutti il flop di una proposta senza sostanza: nessun programma, nessuna linea guida, nessun indirizzo di formazione per gli insegnanti. A tutti tranne che a uno: il dirigente del Munari, il prof. Pierluigi Tadi, che ci regala sempre delle emozioni, ha deciso di far partire comunque la classe del Made in Italy”.
“Ancora una volta – ha concluso Piloni -, al Munari la volontà degli studenti e delle loro famiglie viene ignorata dal dirigente scolastico. Molte famiglie, e con loro alcuni insegnanti, stanno già criticando questa volontà e anche questa volta non saranno lasciati soli nel farlo”.
Sulla questione, è intervenuta anche la senatrice del Pd Simona Malpezzi, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare.
Dopo la polemica politica che si è creata intorno alla vicenda, è tornato a parlare il preside dell’istituto cremasco.
Pierluigi Tadi ha spiegato che, dopo aver ricevuto una sola adesione al Liceo del Made in Italy “ho scritto ai genitori degli iscritti al corso economico informando che il corso sarebbe andato a morire e, se avessero voluto, avrebbero potuto far passare i loro i figli al Made in Italy anche se le iscrizioni erano chiuse.
“I genitori non hanno accettato la proposta, e così tutti restano nell’indirizzo economico e per il Made in Italy se ne parla il prossimo anno”, ha concluso il dirigente scolastico.
Dunque, all’Istituto Monari, l’unica scuola superiore della provincia di Cremona ad attivare l’opzione Made in Italy, il nuovo corso, almeno per quest’anno, non partirà.
Uno dei problemi del Liceo del Made in Italy è che ad ogni sezione che si apre del nuovo insegnamento scolastico, così fortemente voluto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, deve corrispondere la soppressione di una sezione del Liceo economico sociale, fino all’anno scorso in crescita di iscritti e gradito agli studenti. Si chiama “invarianza di oneri a carico della finanza pubblica”: una legge, s’intende, a costo zero.