Dopo aver sostanzialmente confermato in Parlamento la versione di Emma Bonino, secondo cui fu il governo Renzi a chiedere espressamente che fossero i porti italiani a gestire il flusso degli immigrati, il ministro degli Interni Marco Minniti è passato alla fase B, ovvero la ricerca condivisa di soluzioni. Tra le quali spunta quella di pagare i migranti per far rientro nei loro paesi d’origine. Insomma, non tanto un ‘aiutarli a casa loro’, paradigma che prevederebbe investimenti in loco che avrebbero effetto solo fra alcuni anni, bensì un ‘aiutarli a tornare a casa loro’.
Un altro passo avanti è stato fatto, ha dichiarato il responsabile del Viminale, non era semplice coinvolgere altri Paesi africani, invece alla Tunisia e alla Libia, si sono aggiunti anche l’Algeria, il Niger, il Mali e il Ciad che sono Paesi chiave per il controllo della rotta del mediterraneo centrale. Si tratta di governare i flussi e di farlo in Africa, con progetti di sviluppo di lungo e medio periodo e farlo con interventi che consentano di avere dei centri di accoglienza che prevedano il rispetto dei diritti umani.
L’obiettivo è convincere i migranti a non affrontare la traversata sui mezzi di fortuna messi a disposizione dei trafficanti di esseri umani. In cambio, ottengono circa tremila euro: 500 più il biglietto aereo subito prima della partenza, e poi, una volta rientrati nella terra d’origine, ci sarà l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ad aiutarli ad aprire un’attività commerciale, o a incentivare un’attitudine artigianale.
Sui migranti girano anche alcune favolette, come quelle portate avanti dal presidente dell’Inps, Tito Boeri e ripetuta dalla Boldrini e dalla Kyenge. I migranti sono risorse che pagheranno le nostre pensioni? Arriva la secca smentita di un ex ministro del Lavoro: ‘È vero che i migranti danno un contributo positivo ai conti del nostro sistema previdenziale. Questo perché quando lavorano pagano i contributi. Ma è vero che allo stesso tempo maturano dei diritti, una sorta di libretto di risparmi che gli permetterà di avere dei diritti pensionistici, che noi come paese dovremo onorare’, è la nota di Elsa Fornero, già ministro del Lavoro del governo Monti, nel corso di ‘Agorà estate’ su Rai3: ‘Se poi questi dovessero decidere di tornare nel loro Paese dovremmo fare degli accordi di altro tipo’.
La lettera di Juncker è stata commentata positivamente da Paolo Gentiloni su Twitter: ‘Agli impegni su immigrazione presi da Juncker e Commissione’, ha twittato, corrisponda mobilitazione dei partner Ue a fianco dell’Italia.