Liliana Segre tra Roberto Saviano e Giorgia Meloni

‘L’odio verso Liliana Segre è responsabilità di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Liliana Segre è stata testimone dell’inferno, ma continua ad avere negli occhi la luce di chi non ha rancore. A lei vogliamo somigliare e non a chi avvelena l’Italia con parole di intolleranza e odio’, è questo il tweet delirante di Roberto Saviano. Un tweet accompagnato da un video su Fanpage dove rincara la dose con le sue frasi zeppe di luoghi comuni e di veleno contro la destra.

La replica di Giorgia Meloni non si fa attendere: ‘Adesso basta! Saviano, ogni tua dichiarazione è un rigurgito di bile contro di me e contro tutti gli italiani che rappresento. Se c’è qualcuno che dovrebbe vergognarsi, quello sei tu, che cogli ogni occasione utile per dimostrare il tuo rancore e la tua viva intolleranza nei confronti di tutti quelli che non la pensano come te. Continua pure con la tua rabbia, noi non arretriamo di un millimetro e continueremo a lottare per le nostre battaglie e per rendere di nuovo grande questa Nazione. Il tuo odio irrefrenabile viene sconfitto passo dopo passo, elezione dopo elezione, proprio da quegli italiani che non perdi occasione di insultare. Alla Senatrice Segre ribadisco la mia stima, il mio affetto e la mia solidarietà per gli attacchi ricevuti e per il cinismo degli sciacalli che strumentalizzano la sua storia per bieco tornaconto politico’. 

La realtà è che l’autore di Gomorra ormai vive di rendita anche perché le vendite dei libri sono in caduta libera.
In realtà Liliana Segre, memoria storica della Shoah, ha incontrato il leader della Lega, Matteo Salvini, a Milano. Il faccia a faccia, svoltosi a casa della senatrice, si è tenuto nel massimo riserbo per evidenti motivi di sicurezza, dopo le minacce ripetute   che hanno portato il prefetto di Milano ad assegnare alla Segre una ‘tutela’.
Salvini si sarebbe presentato accompagnato dalla figlia e non sarebbero state presenti altri rappresentanti di istituzioni.

Il faccia a faccia tra la senatrice a vita e Salvini arriva, dunque, dopo settimane di polemiche: prima quelle per l’astensione della destra sull’istituzione della cosiddetta commissione Segre, poi per le parole pronunciate dall’ex ministro dell’Interno a commento della notizia della scorta assegnata alla Segre per le minacce subite.

Matteo Salvini osserva: ‘Nessun giallo. Ci sono alcune cose che se si fanno, si fanno riservatamente. Liliana Segre è un modello. Negare l’Olocausto è da cretini che necessitano di un medico molto bravo. Così come quelli che negano i massacri e i disastri del comunismo’.

Altra polemica si apre per la posizione da parte del sindaco di Piombino, di  Fratelli d’Italia, che nega la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Il primo cittadino del comune toscano ha detto no alla proposta di Rifondazione Comunista che nei giorni scorsi ha presentato una mozione in consiglio comunale per conferire il riconoscimento alla senatrice a vita. Posizione diversa, invece, da parte del sindaco di Pisa, Michele Conti (Lega), che ha deciso di dare la cittadinanza onoraria alla Segre.
La posizione da parte della maggioranza del Comune di Piombino sulla vicenda è stata ribadita da Francesco Ferrari a margine dell’inaugurazione della nuova sede locale di Fratelli d’Italia: ‘In questi giorni – ha detto – si parla tanto di Liliana Segre. A Piombino le forze politiche di sinistra hanno lanciato un messaggio provocatorio, presentando una mozione per riconoscere la cittadinanza onoraria. Noi non possiamo cadere in questo tranello  bisogna valutare la storia di quella persona. Il riconoscimento della cittadinanza si concede a coloro che lo meritano per aver dato un ritorno alla città’.
Ma il Centrodestra, almeno a livello locale, su questo riconoscimento si spacca. Se da una parte Fratelli d’Italia ha deciso di non accettare la mozione di Rifondazione Comunista, dall’altra la Lega con il suo sindaco pisano Michele Conti ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita. Non solo per onorare la sua storia personale – ha precisato il primo cittadino – ma anche perché le istituzioni devono essere in prima linea su tutto quello che si può fare ancora, e che va fatto, sul tema della lotta all’antisemitismo.

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