L’inchiesta andò in onda su PiazzaPulita a ridosso delle elezioni amministrative e Giorgia Meloni parlò di campagna di fango. Oltre a Fidanza erano state iscritte nel registro degli indagati altre sette persone: Roberto Jonghi Lavarini, detto il ‘barone nero’, il commercialista Mauro Rotunno, Lali Panchulidze, presidente dell’Associazione culturale internazionale ecumenica cristiana Italia Georgia Eurasia. E ancora l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, il consigliere lombardo Massimiliano Bastoni, la consigliera comunale milanese di Fratelli d’Italia Chiara Valcepina, e Riccardo Colato, esponente di Lealtà Azione.
A quanto si è saputo, il pm Giovanni Polizzi ha predisposto la richiesta di archiviazione dell’indagine che nei prossimi giorni sarà inoltrata all’ufficio gip. L’inchiesta era scattata nell’autunno del 2021 dopo che i magistrati avevano acquisito i video di Fanpage basati sul lavoro di un cronista infiltrato nella presunta “lobby nera”.
In più occasione i giornalisti schierati avevano chiesto a Giorgia Meloni di cacciare dal partito i soggetti coinvolti nell’inchiesta. La leader di FdI aveva sempre risposto di voler aspettare la conclusione delle indagini in quanto certa dell’onestà di Fidanza che a suo avviso non aveva accettato finanziamenti illeciti al partito.