MILANO. Per il ‘danno biologico e morale’ che ha subito, lei che tuttora non può più lavorare a seguito del trauma, l’infermiera spagnola che il 5 aprile del 2016 alla clinica Matris, secondo l’accusa, fu vittima di un prelievo forzato di ovuli da parte di Severino Antinori, deve essere risarcita in solido dal ginecologo e dagli altri imputati, tra cui l’anestesista Antonino Marcianò, con almeno 100 mila euro per quella che fu una violenza di gruppo ai suoi danni. Lo ha chiesto l’avvocato Roberta De Leo nel suo intervento come difensore della giovane, parte civile nel processo milanese che dovrebbe arrivare a sentenza il prossimo 31 gennaio.
Per il ginecologo i pm di Milano Maura Ripamonti e Leonardo Lesti nella scorsa udienza hanno chiesto 9 anni di carcere, oltre a condanne anche per gli altri imputati.
Il legale De Leo ha chiesto ai giudici di riconoscerle un risarcimento ‘secondo equità, perché lei non è mai stata interessata al denaro, lei voleva solo lavorare alla clinica’.