Inflazione, dal fronte rovente delle associazioni di settore arriva l’allarme sulle ultime stangate. Con l’Unc, che attraverso il presidente Massimiliano Dona, quantificata la batosta degli aumenti del costo della vita in 2421 euro su base annua, “equamente” ripartiti tra spese per l’abitazione, acqua ed elettricità, trasporti e cibo. E con il Codacons che, contestualmente, annuncia una “Class action” dopo le «indagini aperte dall’Antitrust e dalle Procure» sulle speculazioni in atto. Una situazione al limite, che il numero uno di Unc non esita a definire «una catastrofe», una «Caporetto per i consumi»…
Tutto parte dai dati Istat sull’inflazione, che attestano come il fenomeno abbia subito un’accelerata proprio a maggio, dopo il rallentamento di aprile. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente). Una rilevazione – e le sue problematiche conseguenze – su cui è intervenuto, come anticipato, il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona.
La denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori
Il quale, commentando i riscontri provvisori di maggio dell’inflazione resi noti oggi dall’Istituto nazionale di statistica, rileva che «l’inflazione a +6,9% significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2421 euro su base annua». Ripartiti tra spese per abitazione, acqua ed elettricità. Trasporti. Prodotti alimentari e bevande». Non solo. Dona rileva inoltre che «per una coppia con 1 figlio, la batosta totale è pari a 2257 euro». Evidenziando come, in media, per una famiglia il rialzo annuo è di 1924 euro, sempre ripartiti tra le varie voci di spesa. Ma “il record”, secondo il presidente dell’Unc «spetta alle famiglie numerose con più di 3 figli, con una scoppola pari a 2693 euro, di cui 615 destinati solo al cibo».