Sei su sei. Antonio Conte prima di firmare il contratto con l’Inter non lo avrebbe mai detto. Sei vittorie di fila sulla panchina nerazzurra nelle prime sei partite di campionato. Un sogno o per qualcuno pazzia pura. Da pazza Inter. Invece è arrivato e si ascolta la sesta sinfonia. Un sogno che diventa realtà. Non accadeva dal lontano 1996-97. Mezzo secolo fa. L’Inter di Antonio Conte sbanca il Ferraris di Geneva con un rotondo 3-1 contro la Sampdoria e mantiene la testa della classifica a punteggio pieno. Contro i blucerchiati il protagonista è Sanchez: il cileno al 20’ devia involontariamente il tiro di Sensi e porta in vantaggio i suoi, poi due minuti dopo corregge in rete un’altra conclusione del centrocampista. In avvio di ripresa si fa espellere per doppio giallo, per simulazione in area di rigore, e la Samp accorcia con Jankto. Il tris è calato da Gagliardini che chiude definitivamente la partita. L’allenatore salentino conferma di aver cambiato la mentalità prima del gioco dello spogliatoio dell’Inter: lo si vede partita dopo partita. Il gioco estetico stenta ancora a decollare ma per ora va bene così. La squadra di Di Francesco, invece, conferma le difficoltà di quest’inizio di stagione e non riesce a schiodarsi dall’ultimo posto, in compagnia della Spal. Per i padroni di casa sono 5 le sconfitte, record negativo nella sua storia nei primi sei turni di Serie A.
Conte conferma il suo 3-5-2 e manda in campo, per la prima volta da titolare, Alexis Sanchez. Suo compagno in attacco è Lautaro Martinez, con Lukaku inizialmente in panchina, mentre Bastoni fa riposare Godin nel terzetto difensivo. Di Francesco si schiera a specchio e avanza di qualche metro Rigoni, partner di Quagliarella nella coppia offensiva. I primi venti minuti del match sono caratterizzati da ritmo basso e tanti interventi decisi in mezzo al campo, poi in due giri di orologio l’Inter indirizza l’incontro a proprio favore. L’uno-due si concretizza sull’asse Sensi-Sanchez, con il cileno che al 20’ devia involontariamente con la schiena il destro del centrocampista e beffa Audero (gol assegnato a Sensi). Il Nino Maravilla si ripete subito dopo, correggendo in rete un’altra conclusione sporca dalla distanza dell’ex Sassuolo. La Samp accusa il colpo e reagisce solo in finale di primo tempo, poco dopo aver rischiato di incassare anche la terza rete. Il terzo tentativo di Sensi è centrale, mentre Lautaro spreca in contropiede, chiudendo con un diagonale troppo largo.
In avvio di ripresa la giornata di Sanchez cambia radicalmente. A meno di un minuto dall’inizio Lautaro fallisce il tris da pochi passi, sulla ribattuta di Audero si fionda il cileno che salta in dribbling Chabot e si tuffa: secondo giallo ed espulsione. I blucerchiati ritrovano fiducia e al 55’ riescono ad accorciare le distanze, con il mancino incrociato di Jankto. L’Inter, però, non si fa demoralizzare e, nonostante l’inferiorità numerica, ristabilisce subito le distanze con Gagliardini: Brozovic illumina con un assist in verticale e il compagno di squadra ribadisce in rete dopo una prima deviazione che complica la presa del portiere. La partita, di fatto, si chiude qui, perché la forza di volontà della Samp non basta a rimettere in discussione il risultato finale. La squadra di Conte si difende con ordine, senza particolari sofferenze, e manca anche il poker con Lukaku che prova il cucchiaio davanti ad Audero, ma l’estremo difensore dei padroni di casa non si lascia superare. L’Inter sale a 18 punti in classifica e si presenta da capolista al derby d’Italia.