Lione, confessa l’omicida. Aveva difficoltà personali

Confessa Yassin Salhi, l’uomo arrestato per l’omicidio e la decapitazione del suo datore di lavoro in una fabbrica nei pressi di Lione. Resta però il mistero del taglio della testa. Perché accanirsi così tanto e mettere in scena uno spettacolo tanto macabro? Secondo le fonti del quotidiano Le Parisien, l’uomo avrebbe raccontato che l’omicidio è avvenuto in un parcheggio lungo il tragitto fra l’impresa della vittima e la fabbrica Air product di Saint-Quentin-Fallavier. Qui Salhi, impiegato come autista per le consegne, ha poi cercato di provocare un’esplosione. Quanto alle motivazioni del suo gesto, l’omicida si è mostrato “confuso”, evocando “difficoltà personali legate al lavoro e la famiglia”. Ma fonti citate da Le Figaro aggiungono che Salhi non si definisce “terrorista”. Intanto s’indaga, con l’aiuto della polizia canadese, sul macabro selfie con la testa mozzata della sua vittima che Yassin ha inviato tramite Whatsapp ieri mattina alle 9 ad un numero di telefono in Canada.
Secondo i primi elementi dell’inchiesta, Salhi sarebbe stato avvistato alle 7.30 assieme al suo datore di lavoro Hervé C. Due ore dopo, Salhi si sarebbe presento all’ingresso della fabbrica Air Product. Fuori dal campo delle telecamere di sorveglianza, in circa sette minuti, ha poi preparato la macabra messa in scena ponendo la testa del datore di lavoro sulla cancellata e coprendola con due bandiere, una nera e l’altra bianca, che riportano la sua professione di fede scritta in arabo. Poi, alle 9.35, l’uomo è salito sul suo camioncino pieno di bombole di gas per puntare un hangar riempito di contenitori di gas e acetone. Fortunatamente, è stato bloccato da un pompiere mentre gridava Allah Akbar.
Sono stati poi rinvenuti il corpo senza testa della vittima, un coltello e un’arma giocattolo. Gli inquirenti, scrive le Figaro, ritengono che Salhi abbia minacciato Hervè C. con l’arma finta. Il corpo della vittima presenta segni di strangolamento, ma non è ancora chiaro se Hervè C. fosse ancora vivo quando è stato decapitato.

Circa Alessandro Moschini

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