Paolo Romani (D) e Alfredo Messina (S) durante l'assemblea dei senatori di Fi per eleggere il capogruppo a Palazzo Madama, Roma, 27 marzo 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

Liquidato Alfredo Messina, l’esattore di Forza Italia

Partono gli addii eccellenti in Forza Italia post-Berlusconi e il primo a partire è Alfredo Messina, tesoriere e depositario del simbolo del partito, come annuncia un ordine del Comitato di presidenza, in programma per ieri 22 giugno, che annuncia la sostituzione del commissario dell’amministrazione nazionale.  Messina, ex senatore, manager di Fininvest e di altre società della galassia, figura di raccordo con la famiglia,  è stato per 30 anni a fianco di Silvio Berlusconi.

Messina lascerà il suo ruolo di controllore dei conti e sorprende che non sia stato  il Congresso nazionale a deciderlo.

Il tutto è avvalorato  dal debito di 100 milioni di euro che Forza Italia aveva nei confronti di Berlusconi e che, insieme a tutto il resto, erediteranno i figli.

È stato lo stesso Messina che, dopo la morte dell’ex premier,  ha convocato via mail il Comitato di presidenza per approvare il bilancio 2022:  “Il partito è in grado di sostenersi e può sopravvivere, è un atto dovuto alla memoria del presidente Berlusconi. Una volta il partito era formato da 70-80 dipendenti, ora ne ha solo 12. Abbiamo ridotto spazi, affitti, stipendi. Affronteremo tutti i problemi che si presenteranno. Ci sentiamo tutti in dovere di portare avanti le idee di Berlusconi: idee che la maggioranza degli italiani ha sposato”.

In quanto depositario del logo del partito, inoltre, Messina è anche titolare di qualsiasi decisione sul simbolo: “Da statuto così è previsto, io sono il depositario del simbolo e nessuno ha chiesto di cambiare lo statuto”, aveva precisato durante il ricovero di Berlusconi, a chi gli chiedeva del destino del logo di Forza Italia.

In più, come ricorda il ‘Corriere della Sera’, è di fatto rappresentante delle liste ed è colui che deve “firmare” le nomine interne. Per tutto questo, in un partito ancora destabilizzato per la morte del suo fondatore e leader, la separazione da un uomo simbolo è un  duro colpo.

Ma c’è chi assicura che nessuno l’abbia destituito e che la decisione di abbandonare sarebbe venuta dallo stesso Messina. “È lui che molla. Non c’entrano nulla le correnti” ha detto al ‘Corriere’ il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli, sulla falsariga di quanto sostenuto da altre fonti di Forza Italia che rivelano come fosse “nell’aria che sarebbe cambiato Messina. Diciamo che a lui è stato chiesto fin troppo. È anche una questione di ricambio generazionale”.

Secondo le ultime indiscrezioni, il successore dell’ormai ex tesoriere dovrà essere cercato tra i profili più vicini al cerchio magio berlusconiano, proprio in forza di quei circa 100 milioni di euro di crediti che gli eredi vantano nei confronti di Forza Italia. Per questo tra i favoriti ci sarebbe Fabio Roscioli, storico avvocato della famiglia e presidente liquidatore (insieme al vice Pasquale Grimaldi) del Pdl, partito fantasma, che continua a vivere solo dal punto di vista giuridico pur avendo chiuso i battenti nel 2013 per lasciare il posto alla “nuova” Forza Italia.

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