“Ancora una volta è stata favorita la strategia dei francesi che da tempo intendevano assumere una posizione di predominio finanziario in Europa, con l’acquisizione di Borsa Italiana di fatto finanziata proprio dall’Italia. Parigi raggiunge così un obiettivo storico, dopo lo smacco subito di recente nell’acquisizione della Borsa spagnola; e può avere informazioni importanti proprio sul patrimonio delle Pmi italiane”. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni è preoccupata. Alla fine è passata la linea sostenuta dal ministero dell’Economia: Borsa Italiana doveva essere francese e francese sarà. Qualsiasi altra ipotesi – cordata italiana, magari con sostegno pubblico, inclusa – non è mai stata presa in considerazione. Così un’altra realtà strategica – gestisce, fra le altre cose, MTS, il mercato dei Titoli di Stato – della nostra economia passa di mano. E lo fa finendo, ancora una volta, in mani transalpine.
Borsa Italiana era già sotto controllo straniero dal 2007, quando si fuse con la sua omologa di Londra dando origine al London Stock Exchange Group. Quest’ultimo è però finito – dopo l’acquisizione della società di analisi dei dati Refinitiv – sotto gli occhi dell’antitrust, che le ha imposto di cedere la divisione milanese per avere il via libera al perfezionamento dell’acquisizione. Da qui la necessità di trovare una qualche collocazione per Borsa Italiana. L’ha avuta vinta Euronext, colosso nato dalla fusione tra le borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles e che, nel corso degli anni, ha incorporato anche le piazze di Lisbona e Dublino. Era questa l’opzione più caldeggiata dal ministro Gualtieri, che ha schierato Cassa Depositi e Prestiti (in tandem con Intesa Sanpaolo) per dare consistenza all’operazione.
Meloni spiega bene il senso dell’operazione: “La presenza di Cdp e di Banca Intesa, certamente importante, non è di per sé sufficiente a garantire che la governance non sia squilibrata e che in prospettiva non prenda il sopravvento la perdurante volontà egemonica francese. Che punta da sempre al controllo della finanza e delle imprese italiane. Avremmo dovuto consentire a Cdp di trattare anche con chi aveva già manifestato offerte migliori sia sul piano finanziario che su quello industriale. Perché si sia voluto pervicacemente perseguire solo l’intesa con la Francia escludendo ogni altra soluzione è un mistero (o forse no)”. Una cosa è certa, promette Giorgia Meloni: “Si sappia che terremo gli occhi aperti anche su altri importanti dossier, come quello di Mediobanca e di conseguenza di Assicurazioni Generali. Chi intende svendere l’Italia agli interessi francesi, sappia che ci troverà sulla sua strada”.