Dovevano essere le sue ultime 24 ore da detenuto. E poi la ritrovata libertà. Ma a poche ore dalla scarcerazione lìhano trovato morto per le scale, in una delle sezioni del carcere delle Sughere, a Livorno. Accanto al suo corpo, pezzi di stoffa legati, come a voler formare una corda artigianale. Agatino Filia, 56 anni, lavorava come addetto alle pulizie e sarebbe stato scarcerato domani. Il suo cadavere è stato trovato dal personale della casa circondariale e i tentativi di rianimarlo sono stati inutili: quando la polizia penitenziaria si è accorta del fatto, l’uomo era già morto. La dinamica dell’incidente fa pensare al suicidio ma per l’associazione Ristretti Orizzonti diversi sono i punti da chiarire. L’uomo non aveva ferite evidenti sul corpo, ma solo le tipiche lesioni post mortem dovute al trauma al collo. I motivi che avrebbero spinto Agatino Filia a togliersi la vita non si conoscono. Secondo l’associazione nel carcere di Livorno, negli ultimi otto anni, si sono registrati 17 decessi: 9 i suicidi accertati, 3 morti per cause naturali e 5 per cause da accertare.
Troppi i morti, denuncia Ristretti orizzonti, per un carcere di medie dimensioni come quello delle Sughere. In altri istituti penitenziari con un numero di detenuti compreso tra 400 e 500, nello stesso arco temporale, i decessi sono stati inferiori.