Lo Iacono rinviato a giudizio

Rinviato a giudizio Domenico Lo Iacono, accusato di estorsioni, a deciderlo è stato il gup Agostino Gristina.Sarà processato dalla quarta sezione del tribunale di Palermo l’8 maggio.

 Hanno scelto invece il rito abbreviato Tommaso lo Presti, Francesco Francofonti, Gianbattista Marino. Per loro il giudizio proseguirà il 9 maggio.

A far scattare le indagini, nell’ aprile scorso fu la denuncia di un costruttore che per dieci anni era stato costretto a pagare il pizzo. Il primo pizzino venne richiesto nel 2000 al cantiere di edilizia popolare in cortile Degli Orfani al Capo, dove il costruttore svolgeva lavori per 3 miliardi di vecchie lire. In questo caso a procurare il contatto con i boss, secondo la sua versione, fu Domenico Lo Iacono, detto “Mimmo panella” o “Mimmo truffa”, mentre a esigere la maxi tangente sarebbe stato Tommaso Lo Presti.

“Voleva il 2% dell’importo dei lavori, ovvero 60 milioni di vecchie lire, da saldare in due rate a Pasqua ed a Natale”, sostenne l‘edificatore, “solo così sarebbero cessati i continui furti”. Dalla cifra iniziale si scese a 45 milioni, tutti pagati. Il cantiere è rimasto aperto fino al 2006 e l’imprenditore ha continuato a versare periodicamente nelle casse di Cosa nostra rate prima di 5 milioni di lire, poi con il cambio applicato dalla mafia, passate a 5 mila euro. L’appaltatore ha realizzato poi altri tre cantieri nel centro storico, sempre pagando, secondo quanto da lui riferito, il pizzo, in via Matteo Bonello e in via Sedie Volanti per conto dello Iacp e in piazza Caracciolo alla Vucciria.

 

 

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