L’obbedienza civile deve diventare dovere collettivo

Solo così si può sconfiggere il nemico invisibile, che a torto parecchi pensavano si fosse dileguato, in attesa del tanto atteso vaccino. Da Israele, alla Francia e alla Spagna, aumenta il numero dei Paesi che hanno innestato la retromarcia rispetto al ritorno alla normalità. Non vogliamo più lockdown, con danni irreparabili per le economie dei singoli Paesi che ne impediscono le riprese, e specialmente per l’Italia che già stentava a venir fuori dalla crisi del 2008. Ma per evitare la catastrofe sia sanitaria che economica e per evitare altri blocchi, occorre rispettare le regole; occorre che l’obbedienza civile diventi dovere collettivo. Dobbiamo tornare a quella obbedienza civile che nella scorsa primavera ci aveva visti tutti uniti nel combattere il nemico invisibile. Ma per ottenere la collaborazione di tutti i cittadini è indispensabile che il governo ci metta la faccia, che assuma provvedimenti anche a costo dell’impopolarità e non tema di dare vantaggi all’opposizione. Un governo che possa assicurare un presente meno allarmante e non badi solo ai consensi dei sondaggi, spesso edulcorati e fuorvianti, a secondo delle circostanze. Eravamo tutti più sollevati quando l’Istituto Superiore della Sanità ci annunciava che le terapie intensive si svuotavano e i contagi calavano. Ma con l’arrivo delle vacanze estive tutte le misure protettive sono state infrante o trascurate e allora il nemico invisibile, che molti pensavano si fosse dileguato, è ricomparso con una forza che solo i ciechi o chi finge di essere tale, può negarlo. I bollettini dal fronte Covid 19 ci raccontano che il virus, non solo è tornato ed è presente ma si è allargato in zone del Paese(Sud: Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) che prima erano state toccate solo marginalmente. Il numero dei contagi e quello delle terapie intensive sale giorno dopo giorno. Vanno biasimati quei leader politici che fino a qualche giorno fa si sono mostrati in pubbliche piazze senza mascherine, gridando ipocritamente alle libertà delle persone che venivano soppresse. Una sfida al buon senso, un soffiare con sarcasmo sulla coscienza di gente confusa, non informata adeguatamente della gravità del pericolo che si corre ogni giorno. Il Governo sta per chiedere la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio e l’uso delle mascherine obbligatorio anche durante il giorno, su tutto il territorio nazionale, come già alcune regioni hanno fatto. Se tutti rispettassero le precauzioni di buon senso, non ci sarebbe motivo di adottare provvedimenti ancor più stringenti. D’altra parte il Governo deve avere il coraggio di decisioni drastiche senza aspettare né l’arrivo di eventuali vaccini o rimedi farmacologici, né improbabili conversioni di massa al rispetto delle regole basilari. Certamente l’obbligo del coraggio responsabile, da parte del Governo, ha un costo elevato, ma non premia certo la strategia di nascondere il capo sotto la cenere. Un Paese serio pretende serietà dai suoi cittadini e all’occorrenza la impone, e non può permettersi di andare incontro ad una seconda ondata di dolore attendendo che la nottata trascorra.

Andrea Viscardi

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