Per giorni hanno stazionato davanti alla Commissione Industria del Senato che sta esaminando il decreto liberalizzazioni per cercare di parlare con senatori ed esponenti di governo. Si sono sistemati sui divanetti rossi del secondo piano del palazzo delle commissioni di Palazzo Madama. Ed hanno atteso. Le loro prede erano senatori ed esponenti di governo impegnati ad analizzare il dl liberalizzazioni. Ad ogni pausa si fiondavano sulle loro prede, come degli avvolti, per essere aggiornati sull’andamento dei lavori e provare ad incidere sulle misure da approvare. La loro principale preoccupazione era e resta la tutela dei privilegi acquisiti.
All’appello erano presente tutte, ma proprio tutte le categorie interessate alle ‘timide’ sforbiciate volute dal governo Monti: dai farmacisti, fino a quelle di Trasporti ed Energia. Erano decine e decine i lobbisti accalcati all’ingresso della Commissione industria di palazzo Madama. Una casta che ha provato in tutti i modi a interferire sul lavoro dell’altra Casta. I risultati li vedremo nei prossimi giorni. Fatto sta che oggi devono aver dato talmente fastidio che sono stati fatti accomodare nell’aula di una commissione accanto a quella dell’Industria. Questa difficile decisione, presa però solo oggi, a quanto pare sia scaturita dopo la salita al secondo piano del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, per vedere come stavano proseguendo i lavori dei commissari. La vicenda ha mandato su tutte le furie il presidente del Senato, Renato Schifani, che si scaglia contro esponenti di lobby e corporazioni avvistati nei corridoi di Palazzo Madama. “Ho già dato disposizioni affinché questa calca dei lobbisti non ci sia più”. “E’ da tempo – è lo sfogo del presidente del Senato – che denuncio questo modo di fare. Ma il Senato resisterà perché vogliamo che esca un decreto strategico che guardi alla crescita e alla concorrenza”. Non si comprende il perché, nonostante la denuncia del numero uno di Palazzo Madama, i lobbisti abbiano potuto continuare a girare indisturbati tra i corridoi del Senato nel tentativo di influenzare senatori e membri di governo. Uno scandalo questo che non può essere in alcun modo giustificato. L’unica speranza è che veramente il presidente Schifani abbia ragione quando ribadisce che “il Senato resisterà” alle pressioni dei lobbisti.