Gli esperti manifestano al governo la necessità di misure più dure, ma non danno indicazioni chiare sulle chiusure
In generale, gli esperti del Cts sono favorevoli a un lockdown nazionale per tutto il periodo di Natale. Adesso si aspetta la decisione del Governo
Le indicazioni del Cts attese dal governo per decidere sulle nuove misure restrittive non sono arrivate. Al termine della riunione convocata su richiesta dell’esecutivo gli esperti dichiarano la necessità di intraprendere la direzione della chiusura ma senza fornire né le norme né i luoghi su cui intervenire. Come sottolinea il ‘Corriere della Sera’, i tre direttori generali del ministero della Salute Achille Iachino, Andrea Urbani e Giovanni Rezza non hanno firmato il verbale.
La riunione richiesta da Palazzo Chigi sarebbe dovuta servire a fornire elementi solidi sui quali il presidente del Consiglio si sarebbe dovuto poi esprimere per delle nuove misure a contrasto della diffusione del Covid-19 durante le festività natalizie.
“Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno” si legge in un estratto del documento redatto dal Cts.
Nel documento redatto dal Comitato si fa riferimento al rischio assembramenti ma non alle chiusure possibili o eventuali delle regioni né tantomeno delle zone rosse, arancioni o gialle.
Gli esperti esprimono preoccupazione soprattutto per i luoghi al chiuso e quelli in cui ci si può togliere la mascherina. Ma riguardo agli spostamenti il Comitato non ha fornito al governo indicazioni precise, lasciando di fatto la decisione al governo su come e dove chiudere.
Il Cts ha però manifestato il pericolo che, nell’esigenza acclarata di inasprire le misure per contenere i contagi da coronavirus, la zona gialla in tutta Italia non basti.
Tre sono i punti principali emersi dal documento. Innanzitutto rafforzare i controlli delle forze dell’ordine per mantenere il rispetto delle norme in vigore.
Il secondo punto esprime la necessità che le misure debbano evitare l’aggregazione incontrollata delle persone sia nei luoghi aperti al pubblico che a domicilio.
Infine facendo riferimento a misure più dure scelte tra quelle indicate dall’articolo 3 Dpcm del 3 dicembre scorso, il Cts sottintende che la zona gialla nel quale si troverà presto praticamente tutta Italia non è sufficiente. Il significato è infatti quello che devono essere adottate le regole pensate per le zone rosse oppure arancioni.
Toccherà al governo con i dati a sua disposizione, confrontarsi con le Regioni e, tra oggi e domani, decidere sul giro di vita in vista delle feste natalizie.
Il Comitato tecnico scientifico si spacca sulle indicazioni da dare al Governo per limitare il contagio di Covid sotto le feste.
In generale, come detto, gli esperti del Cts sono favorevoli a un lockdown nazionale per tutto il periodo di Natale.
Nonostante tutti i membri del Cts siano favorevoli a ulteriori restrizioni, infatti, nel documento indirizzato all’esecutivo non si leggono istruzioni specifiche su come evitare il contagio. Segno che tra i tecnici potrebbero essere emerse spaccature sulla linea da seguire.
Il presidente Iss Silvio Brusaferro avrebbe sottolineato i rischi di assembramenti “nei posti dove si abbassa la mascherina”, quindi bar, ristoranti e negozi. E in generale, riporta il ‘Corriere della Sera’, nelle due riunioni del Cts sarebbero stati proposti interventi per impedire assembramenti. Senza arrivare però a un parere unanime.
Spetterà al Governo decidere quali nuove misure saranno in vigore tra Natale e Capodanno. Verranno annunciate probabilmente tra giovedi 17 e venerdì 18 dicembre.
Tra i membri del Cts ci sarebbe stato chi, come il commissario straordinario Domenico Arcuri, avrebbe preferito fare un riferimento esplicito alle zone rosse. Ma alla fine ha vinto la linea di Franco Locatelli, dell’Istituto Superiore di Sanità, con indicazioni più generali e senza riferimenti a provvedimenti specifici.
Il Cts “valuta con molta preoccupazione il riscontro di grandi aggregazioni tra persone osservate in diverse aree del Paese, soprattutto nei centri storici e nelle aree metropolitane, nonché la difficoltà di contenimento e prevenzione delle aggregazioni medesime”.
Per questo i tecnici consigliano di introdurre nuove misure per il rispetto del “distanziamento interpersonale e per l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale in ogni occasione in cui gli stessi siano prescritti”.
Il verbale sottolinea che i numeri dell’epidemia di coronavirus in Italia sono in miglioramento, ma quelli delle terapie intensive e dei reparti ordinari di molte regioni continuano a essere allarmanti.