‘Loving Vincent’ è un film d’animazione britannico-polacco del 2017, diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman. È stato distribuito nei cinema italiani per tre giorni, dal 16 al 18 ottobre scorsi.
Distribuito da Nexo Digital e Adler Entertainment, il film è stato accolto con entusiasmo dal pubblico delle sale che è rimasto incantato dalle migliaia di immagini create nello stile di Vincent van Gogh realizzate da un team di 125 artisti che hanno lavorato anni per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto. Per questo è stata programmata una replica in contemporanea nazionale per lunedì 20 novembre per tutti i cinema italiani che vorranno aderire all’iniziativa (elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it)
‘Loving Vincent’ è un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura: 94 quadri di van Gogh sono stati riprodotti in una forma simile a quella originale e più di 31 dipinti sono stati rappresentati parzialmente.
In tre giorni di programmazione ha rappresentato il 50% degli incassi totali di tutti i cinema italiani. 283 sale, di cui tantissime in sold out, lo hanno reso il film evento più visto di sempre in Italia, con oltre 130 mila spettatori e più di 1 200 000 € incassati, motivo per cui è stata programmata, come si diceva, una replica il 20 novembre.
Si tratta del primo film interamente dipinto su tela e gli autori hanno deciso di mantenere in ogni fotogramma la materialità delle pennellate e il risultato alla fine ha del miracoloso.
Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni. La tecnica ‘rotoscope’ è stata utilizzata per la maggior parte del film, girando 60 minuti di materiale di riferimento in 12 giorni. Il budget del film è stato di 5 500 000 $, finanziato in parte con una campagna su Kickstarter.
Il ‘rotoscope’, è una tecnica di animazione utilizzata per creare un cartone animato in cui le figure umane risultino realistiche. Il disegnatore ricalca le scene a partire da una pellicola filmata in precedenza.
In origine, le immagini filmate in precedenza venivano proiettate su un pannello di vetro traslucido, dove fungevano da supporto per l’attività di disegno. Il rotoscope è abitualmente conosciuto come un mezzo per rendere più realistici film dal budget ampio.
A dire il vero nessun film finora realizzato è paragonabile a questo: quello che, infatti, in sei anni di lavoro è stato creato è il primo lungometraggio interamente dipinto. Un’opera, per rendere semplice quello che semplice non è stato affatto, prima recitata da attori, poi trasformata in film d’animazione da una squadra di centoventicinque artisti che hanno riprodotto su tela ognuna delle 65mila inquadrature. Dipingendo nello stile di Van Gogh. Gli attori, quindi, che hanno assunto i ruoli dei protagonisti dei quadri di Van Gogh sono poi stati ri-trasformati in quadri.
‘Loving Vincent’ fonde arte e tecnologia offrendoci l’opportunità di conoscere in modo nuovo uno degli artisti più amati di sempre.
Il film non segue le vicende del pittore, ma di Armand Roulin, figlio dell’uomo delle poste che si occupava di spedire le lettere di Van Gogh per il fratello Theo. Roulin padre trova, un anno dopo la morte del pittore, l’ultima lettera che questo aveva scritto per il fratello, e chiede al figlio di consegnarla al fratello. Armand parte alla ricerca di Theo, per scoprire che il fratello è morto 6 mesi dopo il pittore e che Van Gogh nelle settimane prima del suicidio si era descritto sempre piú spesso come ‘in salute.’
La morte di Van Gogh diventa un tormento per Armand, che in vita aveva completamente ignorato Vincent. Arrivato a Auvers-sur-Oise, dove Van Gogh aveva trascorso l’ultima parte della sua vita, il film si trasforma brevemente in un vero e proprio giallo, con Armand sempre piú convinto che il pittore non si sia suicidato, ma sia stato ucciso.
Il film usa l’indagine di Armand come pretesto per intrecciare una narrazione piuttosto fitta su due piani temporali: gli ultimi giorni di vita di Vincent Van Gogh, e il ricordo delle persone a lui piú vicine. Le scene riprendono tutti i panorami e i ritratti piú famosi del pittore.
Kobiela e Welchman hanno ambientato il proprio film in 94 dipinti dell’artista, ingaggiando attori in carne ed ossa per ogni ruolo, e girando il film in maniera tradizionale, seppur in studio, su ‘green screen’. Una volta ottenuto il video, ogni movimento è stato analizzato e ogni singolo fotogramma è stato utilizzato come base per un dipinto ad olio, ogni singolo fotogramma è stato dipinto a mano da più di cento pittori, creando un ‘cartone animato’, dipinto, realizzato sostituendo il film fotogramma per fotogramma.
Video timelapse della realizzazione di un fotogramma del film
È difficile immaginare che nella Storia del cinema si ripeterà il caso di un film realizzato con piú di 65 mila quadri a olio.
Sarebbe facile criticare il tentativo di ricostruzione giallistica attorno al suicidio di un uomo instabile e sconvolto dalla depressione. La particolare tecnica di realizzazione è funzionale alla narrativa e comunica, istintivamente, una dedizione incomprensibile al pittore e alla sua vita, una vicinanza, intellettuale e emotiva.
Il vero Vincent viene svelato dai suoi dipinti. ‘Loving Vicent’ lascia che siano i dipinti a raccontare la storia e l’opera del celeberrimo pittore olandese.
Il lungometraggio che mescola arte, tecnologia e pittura e si è aggiudicato il Premio del Pubblico all’ultimo Festival d’Annecy. ‘Loving Vincent’ è un viaggio attraverso strazianti rivelazioni per capire e apprezzare l’appassionante vita e la straordinaria opera di Vincent van Gogh.